La Saga di Accozzolo, parte XII

Le elezioni del Fantabosco si erano svolte, in un clima che di fiabesco non aveva nulla, al limite aveva ricordato certi film dell’orrore di serie Z, quelli in cui i protagonisti vagano da soli in una casa stregata piena di zombies affamati, accorgendosi solo all’ultimo momento che forse sarebbe stato meglio “non aprire quella porta”.
Vabbè: Interessantola era piuttosto impressionabile, in crisi com’era con il non-lavoro e il non-futuro, e forse anche per effetto della sua sindrome bipolare, e pensare che c’era gente messa molto peggio di lei non la consolava affatto.

Aveva ben presente, ad esempio, il caso dell’orsetto Winnie Puzzidda, incatenato da settimane ai cancelli della sua fabbrica di palline di aghi di pino, che aveva interrotto la produzione perché qualche bosco più in là gli scarabei stercorari si erano riciclati in questa attività e costituivano una manodopera sottopagata e in nero.
Il nuovo governatore del Fantabosco, che aveva sostituito il precedente, sembrava un bravo nano senza particolari caratteristiche, salvo quella di sorridere molto e di aver come prima cosa fatto un miracolo che neanche San Gennaro: mettere d’accordo tutti i suoi alleati (in larga parte rappresentanti delle lobbies delle More, Mirtilli e Merdone) sugli incarichi da affidare all’interno della P.A.N (Pubblica Amministrazione Nanettolosa).
Così, ad esempio, ora nel Fantabosco il problema dei trasporti da una quercia a un faggio veniva gestito da un dottore, forse perché ci si ammalava solo a pensare ai consueti ritardi dei fantatreni o alla prospettiva di scavare in tutto il bosco per ricavarne parcheggi per le nanomobili. Il settore della cultura era stato affidato a un esperto muratore, che non aveva grande esperienza ma era di belle speranze e soprattutto era molto, molto vicino ai grandi Nani Bianchi, sacerdoti della religione maggioritaria nel Fantabosco.
Il problema del lavoro, che come sappiamo affliggeva la maggioranza dei non – Accozzoli di questo luogo fatato e dunque anche personaggi come Interessantola, Sfigattolo e Onestolo, era invece di competenza di una nanetta che lavorava nel settore fluviale (nei pressi del bosco scorreva infatti un rigagnolo alimentato dagli scarichi delle falegnamerie circostanti, in cui nuotavano pesci mutanti e molti nanerottoli lavoravano come scaricatori, dopo il fallimento dell’industria locale).

La cosiddetta “opposizione” era più una affascinante araba fenice che una entità concreta, fatta di nani in carne e ossa: proprio come il mitologico animale, infatti, moriva continuamente per rinascere dalle proprie ceneri, impossibile spiegare altrimenti la persistenza delle solite vecchie facce, anche quando queste erano quelle di Accozzoli (non) giovani. La sonora sconfitta alle elezioni, pensava Interessantola, era ben lungi dal produrre effetti positivi ma anzi generava quel misterioso fenomeno della fisica per cui 4 nani da giardino riuscivano a dividersi in 8, 16, 32 correnti diverse, scivolando, nei giorni migliori, nel patetico.

Onestolo, intanto, macinava chilometri ogni giorno per andare a svolgere una mansione pagata al minimo ma lavorata al massimo, e la sua stanchezza cominciava a incidere anche sul rapporto con Interessantola, la quale non aveva mai perso del tutto i contatti con Accozzolo, che, segretamente innamorato di lei, si chiedeva come uscirne.
Intanto si consolava con un po’ di shopping compulsivo con Rolexolo: in un solo pomeriggio riuscì a spendere mezzo stipendio, lui che ce l’aveva e tanto comunque viveva con sua mamma che gli stirava le camicie con il monogramma, in due paia di nuovi stivaletti con il tacco interno, proprio come facevano molti amici della loro compagnia che preferivano mangiare ghiande lesse per un mese pur di comprarsi una cintura firmata da 200 naneuri.

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