La Saga di Accozzolo - parte VII

Nella puntata precedente:
Dopo la mancata assunzione dell’amico Onestolo in una società pubblica, dunque facente parte della stessa Pubblica Amministrazione Nanettolosa in cui lavorava Accozzolo, quest’ultimo decise di invitarlo a una serata con amici comuni, fra i quali anche Interessantola.

Purtroppo (per il nostro eroe Accozzolo) Interessantola era rimasta folgorata da Onestolo: aveva visto in lui una comunione di sfighe davvero rara a trovarsi.

Lui non apparteneva ad alcun casato, lobby, associazione con o senza grembiulini o divise, nemmeno la Pro Loco del Fantabosco o la Bocciofila del quartiere (si usavano, ovviamente, le ghiande rinsecchite).

Era semplicemente uno sfigattolo elettronico con oltre dieci anni di esperienza, un sano realismo e un ostinato ottimismo della volontà, o così parve a Interessantola.

Lei, dal canto suo, era troppo vecchia dentro anche per la Bocciofila, e anche se con enorme sforzo negli ultimi anni aveva praticato con ostinazione tutta nanetta le pubbliche relazioni un po’ dappertutto, si era resa conto che dietro i sorrisi e le affabili conversazioni si celava un mistero della fisica: il vuoto totale, il nulla assoluto, insomma neanche uno straccio di possibilità di avvicinarsi, almeno, a quell’entità mitologica che pochi avevavo visto da vicino e per molto tempo di seguito: il Lavoro.

La goccia che aveva fatto traboccare la mezza pinta di sidro (che Interessantola si era scolata subito dopo per consolarsi) era stato l’ennesimo vernissage culturale al quale aveva partecipato per lavoro (veniva pagata a cottimo, dunque era una presenzialista accanita): aveva osservato il nano filosofo salutare affabilmente, sbracciandosi, il borgomastro che gli aveva affidato un importante incarico, la nana scrittrice (di una guida turistica locale) che disquisiva delle ultime novità architettoniche del Bosco con alcuni rappresentanti dell’Associazione Nani Mastriferrai per i quali lavorava da qualche tempo, un’altra nanetta che era transitata da una bottega del Bosco in crisi nera fino alla sezione staccata dell’Università Nana.

Nell’aria aleggiava un magico effluvio di positività, sorrisi, relazioni, amicizie, accozzi: insomma, la stessa serenità che innervava Accozzolo fino all’ultimo dei suoi 50 centimetri circa (al netto delle costose scarpe con il rialzo interno vendutissime in tutto il Bosco al modico prezzo di 250 eunani circa). La stessa tranquillità che gli impediva di vedere cosa stava accadendo sotto i suoi occhioni sgranati ma non abbastanza spalancati: la nanetta che gli piaceva cominciava a fare la smorfiosa con il suo amico Onestolo, quel fessacchiotto.
Durante la serata lei gli raccontò un po’ di sé: lui la ascoltava meditabondo, mentre in un angolo Rolexolo e Hoganolo discutevano con due nane bionde sull’opportunità di andare a Fant-El Sheik o alle Fiabochelles per le prossime vacanze, e Burberrolo raccontava divertito dei "milioni di eunani che sposto così e cosà, è come nel Monopoli".

Interessantola ne approfittò per sfogarsi un po’ e per un attimo pensò che forse aveva trovato qualcuno a cui confidare il suo grande sogno: inventare una rara arma batteriologica che colpisse in maniera selezionata e precisa tutti gli accozzati del mondo, o almeno assistere alle prime apparizioni del virus, dal quale era tristemente certa di essere completamente immune.

[…to be continued…]

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