La Saga di Accozzolo, parte VI

BREVE RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI:
Accozzolo, l’ottavo nanetto da giardino, era l’unico fra i suoi simili ad avere un lavoro stabile nella P.A.N. (Pubblica Amministrazione Nanettolosa), ottenuto per concorso pubblico, al quale aveva partecipato soltanto lui, causa bando pubblicato nella C.U(Corteccia Ufficiale) misteriosamente soltanto due giorni prima della scadenza.
Il suo lavoro, per quanto fosse così pesante (
dover andare fino alla sede sulle proprie gambe, timbrare e fare presenza), circa 2 ore nette al giorno e il resto a sbrigare le commissioni in Posta per la mamma e a cercare su Nano-Bay gli esemplari di statuine di Capodimonte che le mancavano, comunque gli permetteva una certa tranquillità e la convinzione di vivere, appunto, in un mondo di fiaba.
Intanto Accozzolo, colpito al cuore dall’incontro con Interessantola, la nanetta (precaria) dal Curriculum Vitae più interessante del Bosco conosciuto, fece di tutto per conoscerla e infatti la conobbe: gliela presentò l’amico Sfigattolo, e subito si piacquero. Ma Interessantola aveva la testa occupata dalle sue difficoltà di lavoro, e dalla preparazione di un concorso pubblico che costituiva una possibilità di occupazione (a termine, perché ci sono Accozzoli e Accozzoli), mentre Accozzolo progettava un viaggio con gli amici Smartolo e Hoganolo.

Accozzolo viveva spensierato, e alcune notizie come l’esistenza di un misterioso fenomeno chiamato “precariato a vita”, per il quale cominciavano a praticarsi i primi esorcismi in alcuni angoli del Fantabosco, non lo preoccupavano particolarmente: caratteristica degli Accozzoli è, infatti, un basso grado di interesse alle cose del mondo (degli altri) e dunque alla lettura di giornali, ascolto di notizie, informazione attiva eccetera. Solo il furore del nuovo ministro della Funzione Nanettolosa lo impensieriva un po’: ma davvero si ventilava, un po’ come dopo una scorreggia di porcospino, di licenziare i fannulloni?

I colleghi della P.A.N. lo rassicuravano, davanti al quinto caffè della prima parte della mattinata: i sindacati nani erano dalla loro parte, e pensavano soprattutto agli aumenti salariali, altro che alle verifiche dell’efficienza!
Comunque Accozzolo era affezionato a Sfigattolo, meno fortunato di lui, ma quello per cui gli dispiaceva di più era il suo amico d’infanzia Onestolo: ultimo esemplare di un ceppo celtico dei Nanetti da Giardino, si distingueva per i colori sociali rosso rame e azzurro cielo, e per
una inestirpabile, inossidabile, francamente incomprensibile onestà.
Onestolo, che aveva studiato Nanettologia Elettronica, aveva ormai una certa esperienza del mondo del lavoro e di tutti i personaggi che lo popolano: aveva conosciuto capi truffaldini, colleghi disperati ma anche furbetti, sindacalisti (nobile figura mitologica di cui si raccontano leggende, come ad esempio che fosse nata per aiutare i lavoratori a far valere i propri diritti) di ogni colore e uguale mediocrità, insomma la sua vita lavorativa non era stata facile.

Di recente aveva sostenuto una serie di colloqui per l’assunzione diretta in una società pubblica, dunque facente parte della stessa Pubblica Amministrazione Nanettolosa in cui lavorava Accozzolo: cosa vietata, certo, ma aggirata con serenità fino a qualche giorno prima nel Fantabosco. La società pubblica, entusiasta di Onestolo, era arrivata a offrirgli il fatato contratto a tempo indeterminato, rimandando di qualche giorno i dettagli dell’accordo.
Passato qualche giorno senza notizie, Onestolo si informava pacatamente presso la società pubblica per sentirsi rispondere che no, avevano cambiato idea, non potevano più assumere con quel tipo di contratto. Peccato che alcuni ex colleghi incontrati qualche giorno prima fossero stati appena presi, forse per via del loro curriculum già decorato da una serie di ricche consulenze con la P.A.N.

Accozzolo era molto dispiaciuto, soprattutto perché già si immaginava di poter prendere qualche caffè con Onestolo durante le sue circa 25 pause al giorno, anche se dubitava che l’amico avrebbe mai raggiunto il suo stesso ritmo: ci vuole predisposizione, e anche una certa abitudine. Per consolare Onestolo, pensò di invitarlo a una serata con amici comuni, fra i quali anche Interessantola.
Quello che il candido Accozzolo, dall’alto dei suoi stivaletti rosso fiammante con tacco interno di 5 cm. comprati in centrobosco insieme ad Hoganolo (che ne aveva l’intera collezione), non aveva previsto era che Onestolo potesse risultare, nonostante lo scarsissimo appeal del suo conto in banca e delle sue relazioni (non discendeva da alcun casato e non apparteneva ad alcun club o associazione), molto più interessante della media dei nani da giardino.
Quando Interessantola lo conobbe e scambiò qualche parola con lui, si rese subito conto che Onestolo era diverso dagli altri: e per Accozzolo quella serata fu l’inizio di un periodo molto, molto difficile….

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