Accozzolo parte III

Nel nanobosco fatato dove abitavano i sette nanetti canonici e anche l’ottavo, cioè il candido Accozzolo, la popolazione andava invecchiando. Certo la vita media dei nanetti è piuttosto lunga, e prima di ritirarsi in pensione in qualche giardino a fare da decorazione vicino alle aiuole di fresie, hanno parecchio da fare. Fra una flessione delle nascite e la necessità dei giovani nanetti di restare a casa dei genitori nanetti perché il massimo a cui potevano aspirare era un tirocinio non pagato nella bottega del Mastro Scalpellolo, gli abitanti del bosco diventavano sempre più vecchi. Le nanette da marito erano sempre meno, anche perché la crisi delle nascite era iniziata qualche tempo prima, nonostante i ripetuti appelli del Gran Nano Bianco alla tutela della famiglia nana (le altre comunità del bosco erano ignorate anche se costituivano i 2/3 della popolazione boschiva). Accozzolo però cominciava a sentire la necessità di sistemarsi, e ne parlava con i suoi amici Smartolo, Rolexolo, Hoganolo, che da parte loro lo prendevano un po’ in giro per la sua ingenuità: in fondo, aveva solo 90 anni, perché tutta questa fretta? Solo il suo amico d’infanzia Sfigattolo sembrava capirlo e soffriva con lui, anche se in situazioni diverse: il tenero Accozzolo aveva infatti la possibilità di scegliere se accendere un mutuo centenario per il suo trivano con cucina abitabile e vista sui monti, mentre Sfigattolo da anni ormai lottava contro i tentativi della sua azienda di Information Nanettology di esternalizzarlo a un ettaro da lì, che per un nanetto che deve trascinarsi dietro anche il suo fungo, la lumachina attaccata e tutto il guardaroba cappucci compresi, non è poco. Un giorno Accozzolo, che nonostante il suo pedigree di “vita-come deve-andare” o forse proprio per questo era rimasto comunque un nanetto perbene, solo un po’, come dire, ingenuo, un po’, forse, legato a quel mondo da fiaba che ormai era rimasto solo per quelli come lui, incontrò una bella nanetta che tutti chiamavano Interessantola. Il nome le era stato dato perché su di lei circolava una leggenda: era la nanetta che aveva spedito più curriculum vitae nanettorum di tutti, senza però ottenere grandi risultati. Però i vari responsabili delle risorse nane delle aziende locali avevano tutti grande stima di lei, e consideravano il suo CV sempre “molto interessante”. Da qui il nomignolo (il suo vero nome si ignora ancora da quelle parti). Accozzolo la vide e…BUM!.....

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