...dalla bruttezza. Avevamo già discusso della bellezza, ora è il momento del suo opposto. Alcuni amici della vostra Regina conoscono già il suo terribile segreto: ella si sente male, proprio fisicamente, davanti alle cose brutte. Meglio sarebbe dire alle manifestazioni del cattivo gusto. Che ci volete fare: è fatta così, a rischio di essere tacciata di snobismo, nonostante porti avanti da tempo una campagna Antisnob e nonostante umanamente talvolta inciampi anche lei su pericolosi errori di bruttezza (tipo, che so, il doppio risvolto ai jeans pensati per stanghe alte due metri, che se sei un cosetto di 1,62 m. devi tagliarne metà). Ma, cose serie a parte, cos’è il brutto della vita? I palazzoni orrendi che deturpano le città, certo, ma anche certi cartelloni pubblicitari con i culi fuori, vorrei tanto che le persone si rendessero conto di quanto sono volgari, quindi brutti; direi che anche la pancia fuori a più di 30 anni è in pole position, anche se abbiamo gli addominali d’acciaio, e non parliamo delle sopracciglia depilate negli uomini, che mi sento malissimo e mi si scava una nuova ruga in mezzo alla fronte. A seguire, propongo per una menzione d’onore gli stivali da Yeti in città, col pelo dappertutto e abbinati ai vestitini che neanche in agosto; le signore sarebbe bello se evitassero la catenina che penzola esattamente dentro il decolleté, che fa mortadella, e i signori le scarpe da tennis con qualunque mise, anche se di improbabili colori spaziali. Pensate al malessere che provocano alla società, in cui dovrebbe esserci più bellezza perché profondamente educativa, i titoli a enormi lettere di certi giornali, i capelli perennemente piastrati, l’abbronzatura a gennaio, il rossetto ultralucido che è brutto anche sulle modelle, il volume degli spot televisivi, i pantaloni a vita alta, e via elencando. Ma ora devo fermarmi, perché ho bisogno di berci qualcosa sopra; e gli amici Antonio e S.B. mi perdoneranno se non aderisco al meme “cannibale” perché non mi viene in mente nulla, però in compenso spero di averli gratificati almeno un po’ con questa piccola esternazione di minima cattiveria (questo, almeno, pare sia l’effetto che fa la verità). Posso fare di meglio, ma lo riservo ai prossimi giorni :-)Etichette: culturalmente parlando, la Regina Madry, pensieri e parole