E'
adesso, oggi, il tempo degli amori che non finiscono, ma ritornano.Non ci eravamo nemmeno accorti, a volte, che fossero amori veri e
propri: li avevamo guardati appena, come fossero dei cani randagi per
strada, e lasciati andare altrettanto distrattamente. Ed
eccoli ripresentarsi alla nostra porta, anni o perfino decenni dopo,
con diverse sembianze anche se quell'uomo o quella donna,
naturalmente, sono gli stessi di prima. Ma adesso il tempo è quello
giusto: non prima, non dopo. Adesso. Può
essere la collega di lavoro con cui dividiamo la stessa stanza da
anni, con cui beviamo il caffè mentre i rispettivi matrimoni
nascono, crescono, sfioriscono e si trascinano; oppure l'ex
fidanzatino del liceo, perfino il primo bacio dei 13 anni, che
avevamo rimosso, che non ricordavamo più perché di anni poi ne sono
passati altri venticinque e con loro altri baci, altri abbracci,
sguardi e futuri possibili. Magari
è stato un incontro casuale: un uomo o una donna che abbiamo
conosciuto, con cui abbiamo parlato guardandoci con sguardo limpido,
chiaro, senza avvertire freddo né calore, nemmeno un odore che ci
mettesse in allarme. Nulla. E poi, qualche tempo dopo, due parole
bastano.Perchè? Può
perfino essere il nostro amico di sempre, la nostra amica più cara,
che un giorno, tanto tempo fa, abbiamo guardato veramente, vedendoli
per un attimo in modo diverso, ma ritraendoci subito. Non era
previsto, semplicemente, o avevamo da fare, o qualcuno di meglio, o
di peggio- ma insomma c'era, e oscurava la visuale. E
quando, anni dopo, li rivediamo- li abbiamo visti anche ieri o la
settimana scorsa, naturalmente, ma oggi li stiamo vedendo sul
serio- l'amore ci presenta il conto, e non importa cosa stiamo
facendo e con chi. Assomiglia a una coppia di pigiami o al salame dove non c'è da bere? Per l'odore può ricordare i lama o avrà un profumo consolante? È pungente a toccarlo, come un prugno o è lieve come morbido piumino? È tagliente o ben liscio lungo gli orli? La verità, vi prego, sull'amore.
Quando viene, verrà senza avvisare, proprio mentre sto frugando il naso? Busserà la mattina alla mia porta o là sul bus mi pesterà un piede? Accedrà come quando cambia il tempo? Sarà cortese o spiccio il suo saluto? Darà una svolta a tutta la mia vita? La verità, vi prego, sull'amore. Wystan
Hugh Auden aveva capito tutto. Le storie che sento ultimamente
raccontano questo: di corsi e ricorsi, di incontri e scontri che non
si risolvono né finiscono in quel solo momento, ma ritornano
indietro, spesso nel momento opportuno. O anche no: e tagliano,
pungono, pestano, fanno venire fame e sete finché non vengono
soddisfatte. Tutto il contrario di quel cane randagio che avevamo
lasciato andare anni fa, distrattamente, impegnati come eravamo a
fare altro. Anche
Lucio Dalla, per dire, “ne sapeva”. Vent'anni fa non avevamo
voglia (“Telefona tra vent'anni / io adesso non so
cosa dirti/ amore non so risponderti / e non ho voglia di
capirti”), ma adesso sì. Gli
amori passati, durati poco o molto, però finiti con un abbraccio e
non con uno strappo, o le conoscenze che credevi rapide, galleggianti
in superficie, e però si ricordano com'eri vestita quel giorno
preciso, poi ritornano. E ti chiedono: perché ci hai messo tanto? E
dov'eri vent'anni fa, quando tutto era più semplice? Non
c'è una risposta precisa, credo. Forse bisogna solo ascoltare...
...quel suono lontano lontano ma ecco che si avvicina con un salto siamo nel duemila alle porte dell’universo importante è non arrivarci in fila ma tutti quanti in modo diverso ognuno con i suoi mezzi magari arrivando a pezzi