Come
è andata?
Siamo
stanchi, eh? Compiti per tutti: chiedersi veramente se questa
stanchezza è fisica o mentale, se cioè dipende dall'aver scaricato
mattoni o
essersi smazzati casa-figli-genitori e parenti per i precedenti 364
giorni oppure dipende da una noia profonda, una pigrizia sottile, un
comodo adattamento alla nostra routine in fondo facile facile.E
poi, applicarsi, ognun* per quello che sa perfettamente di voler
fare.
Qualche appunto sparso:
Fare
programmi.
Imparare
a cucire, a disegnare, a cantare, a cucinare: a fare quello che avete
sempre voluto fare. Progettare piccole cose, e anche grandi. Pensare
al futuro, quello vicino vicino, però. Il lungo periodo è
impegnativo da portare e sopportare, un po' come il tacco 12.
Cambiare
i programmi.
Si
può cambiare e ci si può modificare: non è un dramma, non è una
resa. E' semplicemente una cosa intelligente. Si cambiano i programmi
per vedere un'amica, per accompagnare qualcuno da qualche parte, per
stare in casa, per uscire di casa. Solo le tavole di Mosè erano
scolpite nella pietra, per dire.
Stare
il più possibile con chi ci piace.
Importantissimo.
Viva la positività, l'affetto, la vicinanza: no, non è un
improvviso afflato (?) buonista, né buono. E' semplicemente una
questione di endorfine, di dipendere positivamente dalle buone cose,
e quindi di lasciare le cattive al loro destino. Il cinismo, mi piace
ricordarlo, è passato di moda ormai da qualche anno.
Sfanculare
(con eleganza) chi non ci piace.
Importantissimo
come il punto precedente. Togliamoci delle soddisfazioni in questo
caso, ma pacatamente e con i congiuntivi giusti. Cosa potrebbe
succedere? Ah, sì: magari ci passa la gastrite!
Usare
le cose. Inutile mettere da parte, conservare, fare ammuffire.
Campagna
per l'abbattimento del superfluo e dell'accumulo: liberarsi subito di
quei vestiti che non si usano più da anni, delle scatole dei giochi
del beato tempo dell'infanzia, della felpa dell'ex, eccetera. Tirare
fuori il servizio di piatti buono, i calici in cristallo, il vestito
della festa e il rossetto rosso anche per andare dal fruttivendolo
sotto casa. Usare le cose, tutte.
Disintossicarci
: cioè individuare chi e cosa chi affatica, ed evitarlo.
Questa
non ha bisogno di spiegazioni, vero? Ma una precisazione: vale anche
con quelli/e che ci vogliono bene.
Volare
alto (e, sì: questa è proprio per te.)
Facciamo
le cose che sappiamo fare, e se necessario sbattiamoci per farle:
andiamo a letto tardi, alziamoci presto, rosicchiamo il tempo,
sacrifichiamo energie. Ma facciamolo.
Com'era quella storia dei
rimorsi e dei rimpianti? :)
E
poi: stare all'aria aperta, camminare di più, parlare meno e invece
scrivere, avere pazienza o almeno provarci, abbassare la soglia di
tolleranza alle stupidaggini, imparare a soprassedere quando
necessario, comprarsi un cappottino blu, fare le torte, dare più
baci, dire più spesso “ti voglio bene” a chi lo merita e
improvvisamente, osservare la reazione, provare gli scacchi,
commuoversi non solo al cinema ecc ecc.
Buon anno nuovo!