Qualche giorno fa sono uscita con
Nenna, la mia bicicletta viola.
Solito viaggio della speranza dal centro città
all’inizio della pista ciclabile che porta dritti al parco di Molentargius, un
luogo sospeso nello spazio in cui le stagioni sembrano molto diverse dal resto
della città.
Ho deciso di variare il mio percorso, facendo una strada diversa
dal solito, e alla fine della pista cittadina mi sono trovata di fronte al
solito dilemma della ciclista ancora inesperta e un po’ fifona: marciapiede (e murrungi a denti stretti dei simpatici
cagliaritani) o strada (occupata dai parcheggi in seconda fila dei simpatici
cagliaritani)?
Ho deciso per la seconda, anche
perché via XX Settembre, così si chiama la strada, ha dei marciapiedi stretti,
e insomma erano le tre del pomeriggio, chi vuoi che ci sia a quest’ora?
Una carrozzella che fa lo slalom in
mezzo alla strada, proprio sulla linea di mezzeria. Subito non capisco, perché
la mente ci mette un po’ a registrare le cose insolite, e uno in carrozzina che
va su e giù tagliando la strada alle macchine e roteando su se stessa non me
l’aspettavo, alle tre del pomeriggio in centro città. Ma chi è questo pazzo?,
ho il tempo di pensare, mentre
una Ferrari Testarossa, passa
rombando e sfiorandomi (o sarà stata la mia fifa, e il fastidio per certe gaggiate da parvenu). Ma guarda questo, a tutta velocità in pieno centro, e il
tipo in carrozzina, poveretto, che continuava ignaro a fare i suoi slalom fra
la corsia dell’autobus e il marciapiede opposto, chissà le maledizioni….
Lo raggiungo, pedalando, e lui si
gira: è un ragazzo giovane, avrà trent’anni, una specie di coda alta sulla
testa, e una gamba del jeans annodata sopra il ginocchio che non c’è più. Gli slalom
avanti e indietro li fa spingendo la carrozzella con le braccia e aiutandosi con
la gamba buona, e non smette nemmeno quando quasi mi viene addosso.
Io ho ancora il sopracciglio alzato e
arcigno per l’inutile Ferrari, e mentre passo quello mi fa:
“ccceeeehh, ma l’hai vista, che
bella?!!!”
Vedo chiaramente i punti esclamativi,
il sorriso un po’ storto e gli occhi nerissimi, e pedalando passo oltre: mi
rimangono ancora alcune centinaia di metri in mezzo alla simpatia degli
automobilisti cagliaritani.
Nel frattempo penso: che tutto è
relativo. I brontolii, le lamentazioni, i fastidi piccoli di ogni giorno. E
anche la prospettiva da cui guardiamo a queste cose.
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