Le imprese chiudono, ma la voglia di
fare impresa è tanta. Perché dentro di
noi siamo tutti “datori di lavoro di noi stessi” o perché è l’ultima spiaggia
quando un altro lavoro non si trova?
Due notizie mi hanno colpita, negli
ultimi giorni, perché rappresentano le due facce della stessa medaglia:
l’impressionante numero di fallimenti delle imprese (dall’inizio
della crisi, nel 2008, oltre 82mila imprese italiane sono fallite.
Di queste, 15mila solo l’anno scorso. Si tratta del dato peggiore da oltre un
decennio e superiore del 10,7% rispetto al 2013 secondo i dati Cerved, un
Information Provider e agenzia di rating italiana) e la struttura del nostro Paese,
un’Italia a “imprenditorialità diffusa” (dimensioni medie d'impresa 3,9 addetti), tra le più basse del continente.
Secondo il Rapporto Istat"Noi Italia 2015"infatti, anche se in Italia lavorano meno di sei
persone su dieci in età compresa tra i 20 e i 64 anni, siamo il Paese con il
tasso di imprenditorialità più elevato tra i Paesi dell'Unione europea, quasi
doppio rispetto alla media Ue.
Certo però, questa è la mia
impressione, non tutti possiamo (o dovremmo) improvvisarci imprenditori: perché
non tutti abbiamo quel “senso” per l’attività in proprio, onori ed oneri, che
essa comporta. Semplicemente.
A questo penso quando vedo attività che aprono e
chiudono velocemente, e ancora di più quando assisto alle ondate: decine di
negozi per animali, rivendite di sigarette elettroniche, servizi postali
privati, e ancora e sempre parrucchieri ad ogni angolo, per esempio. C’è il
mercato? C’è lavoro per tutti, almeno per tenere aperto, anche se lo scopo
dell’impresa, mi pare di ricordare, non è la mera sopravvivenza?
Ne parleremo mercoledi 25 febbraio
nella nuova puntata de La Versione di Madry, insieme a tre ospiti interessanti,
che fanno impresa in Sardegna in settori diversissimi e talvolta poco
conosciuti - o immaginati: Alessandra Argiolas produce formaggi, fra i quali il
pecorino a basso tasso di colesterolo; Marco Zaru di ICNODERM, che
sviluppa e produce linee cosmetiche innovative, e Marcello Usala,
che con i suoi soci di Anfibia, lavora da oltre un decennio nel settore del
cicloturismo.
Tre attività diverse che
hanno, forse, in comune più di una cosa: tra queste la voglia e la necessità di
innovazione, di lavorare con e “sul” territorio della Sardegna, e il fatto-
fondamentale- di crederci. A mercoledi, h.20, sui 96.8 di Radio X, anche streaming e podcast.
stay tuned!
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