E’ domenica, la fine
(o l’inizio) di una settimana impegnativa per tutti, ma per qualcuno di più.
Giggirriva, 5 anni, è il mattatore incontrastato di una nuova soap opera
domestica: “Sono un pirata e un signore”
(cit., ovviamente).
La visita di controllo dall’oculista ha generato infatti il
temibile occlusore per il cosiddetto “occhio pigro”. Il bambino è entusiasta:
la benda del pirata! Quando andiamo a comprarle? Così per tre giorni.
Ci guardiamo
perplessi, ma come tutti i genitori alla prima esperienza e i veri ingenui,
crediamo che nostro figlio sia più speciale degli altri, anzi eccezionale, anzi
più avanti di tutti. Che maturità! Che intelligenza! Diegoarmando, il gemello
cinquenne, ci osserva perplesso anche lui.
E arriva il momento di
metterla, questa benda sull’occhio. Che deve essere chiuso, per poterla
appiccicare per bene.
Il bambino mi guarda e il mento comincia a tremargli:
“Ora me la togli?”
Segue un fiume di
lacrime grandi come biglie, la benda si inzuppa tutta, a me si stringe lo
stomaco. L’ingegnere cattocomunista ha un tremolìo anche lui, anche perché i
lacrimoni e la disperazione di realizzare che bisogna tenerla su, questa cosa
nera, sono piuttosto rumorosi e persistenti. Giggi non sembra rassegnarsi,
anche se è passata un’ora e abbiamo anche proposto una gita fino all’edicola.
Diegormando, in tutto
questo, fa la spola fra me e il padre per spiegarci l’ovvio: “Giggi sta
piangendo! Hai capito?”
Gli ululati
continuano, ma sempre più sommessi.
E il fratello:” ma non
lo capite che la vuole togliere? Ora sto per piangere anche io…ecco”.
La fratellanza
empatica, carnale, la vedo in questi frangenti: Diegormando, il viveur di casa,
sta soffrendo per il gemello come se stesse capitando a lui. Intanto il mio
piccolo pesetto sul cuore non è ancora
sparito, anche perché ogni dieci minuti (e poi ogni ora, per tutta giornata)
devo ricordare al bambino che no, non la togliamo ancora la benda.
Arriviamo finalmente
al momento fatidico, e Giggirriva commenta: “Però sono stato bravo, eh mamma?
Domani piangerò meno!”
Speriamo, che non so
se reggo! ;-)
Intanto, dalla piccola
avventura domestica, ho capito due cose: che i figli- quindi anche i miei- sono
tutti, davvero, più speciali degli altri. Sono tutti unici, insuperabili e
pieni di risorse, molto più di noi, genitori imperfetti e sempre troppo legati
ai nostri schemi.
E poi, che
l’allenamento, l’abitudine, sono molto, se non tutto. Il secondo giorno di
benda sull’occhio chiuso è andato meglio, e così il terzo. Tutto sta nella
tranquillità, nell’adattamento, nella resilienza, forse, agli eventi sgradevoli
e perfino un po’ paurosi. Abbiamo molto da imparare dai bambini, ma serve tempo
per osservarli.
Giggirriva, un guru! <3 span="">3>
Buona domenica a tutt*
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