No, non il tizio che
gira per le corsie degli ospedali seguito da una codazzo adorante, ma la prima
persona del verbo “primariare”.
Cioè, organizzare una consulta popolare per
qualsiasi cosa, facendosi pure pagare. I risultati, talvolta, sono scarsetti: e
no, non sto parlando dei numeri per il segretario del Pd, ma della riunione per
l’elezione del rappresentante di classe e altre amenità.
Diegoarmando e
Giggirriva, 5 anni entrambi, sono in due classi diverse: avendo applicato il
principio del “divide et impera”, oggi io e l’ingegnere cattocomunista ci ritroviamo
a dover invocare l’ubiquità.
Ma io mi sono ribellata, e dopo anni di
partecipazione, confesso, ho snobbato l’evento, complice un raffreddore
potentissimo. Insomma, mi sono “passata”.
Una soddisfazione sadica mi rallegra
il pomeriggio: ci pensino le altre, per una volta, alle questioni capitali
dello scottex e del grembiulino si/grembiulino no, della festa di Natale, dei
foglietti con i numeri di telefono. Ecco!
Mentre sogghigno, squilla il
telefono. Il numero è quello di Maria C. (nome di fantasia), mamma della classe
di Diegoarmando. “Franci, non odiarmi!”
[io? Cosa ti fa
pensare che io possa provare questo brutto sentimento?!]
“ti sto chiamando perché siamo qui alla riunione…”
[ecco, brave]
“…per la nostra classe si è offerta Monica, ma per la classe di Giggi non
c’è nessuno, non è venuto nessuno” (su 28 bambini, NdR).
[…..]
“maestra Laura è disperata, ci ha chiesto di chiamarti, ha detto ‘magari
la mamma dei gemellini potrebbe…’…dice che ti aiuterebbero loro, e anche
Monica…”
Parto in quarta: “Guarda Maria, mi dispiace, ma io non ce la
faccio, sto cominciando un lavoro, poi ci sarà il trasloco, poi insomma Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi
per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C'era il
funerale di mia madre! Era crollata la casa! C'è stato un... terremoto! Una
tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su dio!!(cit.)”.
Improvvisamente mi si
annebbia la vista. Mi sembra di scorgere, in fondo alla stanza, una sagoma
familiare, una donna con i capelli bianchi, raccolti. Ma certo, è sempre lei:
la Montessori. E mi guarda male. Ma al suo fianco c’è anche un uomo in nero,
che non avevo mai visto finora. Mi guarda accigliato e sussurra: “I care, ci tengo…hai presente? O te ne freghi? Sei sicura di voler ignorare il richiamo del bene?”.
Cazz, è
Don Milani che mi appare nel soggiorno di casa mia!
[gesummaria, devo
smetterla con la propoli. Quella roba mi prende male]
Nel frattempo, da
lontano, una voce mi chiama: “Franci ci
sei? C’è qui solo una mamma della classe A che però non può fare la
rappresentante, lei ti vota e sistemiamo tutto”
[ah no, eh? E quindi…e quindi…]
E quindi scopro di
essere cattocomunista anche io, almeno a livello di sensi di colpa. Abbasso la
testa e dico sì, che lo farò. Con un voto. In contumacia. Ho vinto anche io le
mie primarie! E ora preparo la tabellina per raccogliere i numeri di telefono.
Buona domenica a tutt*
Etichette: bambini, don milani, educazione, la domenica della Sora Franca, mamme, mamme e figli, montessori, primarie, rappresentante di classe, scuola