Una delle cose più belle della vita coi figli, si sa, è la condivisione
dei momenti importanti. Il pranzo o la cena sono uno di questi, soprattutto se
dopo due settimane dall’inizio della scuola materna Diegoarmando e Giggirriva
ancora non fanno l’orario regolare e non pranzano a scuola.
I momenti di stress alimentare sono quindi doppi, pranzo e cena, nel
disperato tentativo di mantenere un equilibrio mentale e fisico tra modello
educativo permissivista (non stressarli con l’etichetta, con le posate, col
mangiare tutto per forza ecc.), quello tradizionale- accondiscendente e il
modello Madry, ovvero a tavola non si negozia, non si insiste, non si portano
giochi, l’aereo che vola non è mai esistito e la fase animalesca è passata da
tempo.
Il tutto, ovviamente, genera un midiciale stress per cui del tutto
involontariamente ci si tiene in forma, mangiando poco per via delle
innumerevoli occasioni di dibattito.
Dopo un rimprovero particolarmente aspro, polemica che neanche l’articolo
18 e conseguente strizzamento dei bulbi oculari per far uscire qualche lacrima,
Giggirriva, cinque anni, annuncia solennemente:
“Voglio un’altra mamma!”.
Il momento è arrivato: e improvvisamente tutto sembra fermarsi intorno a
noi. Sento un soffio di freddo quasi
mortale, o forse ho tenuto il frigo aperto troppo a lungo, prima.
Alcune Madri potrebbero morire per molto meno, soprattutto se fino a ieri
si erano illuse che fosse finalmente arrivato Edipo. E invece… Intanto
Diegormando, il gemello diverso, ci osserva con la forchetta a mezz’aria,
interessato. Dove porterà questo scambio di, chiamiamole così, opinioni?
La mamma si intenerirà, sarà sconvolta da queste brutte affermazioni
rancorose? Cederà al ricatto bambinesco, sentendosi allo stesso tempo offesa e
colpevole?
Eja. E infatti: “ah, uhm…e dimmi: dove
pensi di trovarla un’altra mamma? Al supermercato?”. Non so se questa te la
cambierebbero però, cocco. Proprio questa settimana è scaduta la garanzia dei
cinque anni!
Silenzio.
Altro silenzio.
E poi: “Anzi no, ti tengo…però i
baci li do solo a papà!”
Diegoarmando finalmente interviene col consueto savoir faire: “…e ascoltiamo
solo papy quando dice le cose!”
Solidarietà maschile? Gang gemellare? O semplice scimprorio, concludo fra
me e me dopo quei dieci secondi di panico in cui ho davvero temuto di essere
scoperta per quello che sono: una madre imperfetta. Dopo poco, per l’appunto,
mi riprendo: i miei ragazzini hanno anche un po’ del mio corredo genetico e
quindi non può essere tutto perduto!
Quindi, nani, fate un po’ come credete (i ragazzini vanno educati alla
responsabilità, no?).
“Tenete conto che comunque mamma
continuerà sempre a dirvi cosa potete o non potete fare. Capito? È un duro
lavoro, è il lavoro delle mamme!”
No, puntualizza Diegoarmando il Moralizzatore: “è il lavoro dei cattivi quello!”
Ok, capito, ricominciamo dall’antica Grecia, và. E Iddio sia lodato: domani
ricomincia la mensa a scuola!
Buona domenica a tutt*
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