E’ domenica. Mi guardo nello specchio e mi vedo
molto strana: ho la faccia distesa, perfino rosata, io che di solito sono color
avocado la mattina. Che è successo?
Improvvisamente ricordo: ieri sono stata al
concertone di beneficenza Sardegna Chi_ama, sono andata a letto alle due del
mattino, …e i nani sono dai nonni! Improvvisamente mi sembra di udire una
melodia celestiale, ma forse è soltanto il suono delle notifiche del cellulare,
o la vaga eco della musica di ieri sera.
Così come è vago- e spero non sia
stato immortalato in diretta TV- il
difficile momento groupie scatenatosi nella curva all’apparizione di Francesco
Renga. Difficile perché una si deve trattenere, eh. “Non fare cazzate, che hai
una reputazione!”, mi ha detto un’amica.
Eh, vabbè. Non è stato mica l’unico,
peraltro (vogliamo parlare di Amii Stewart, creatura mitologica dal
quadricipite femorale d’acciaio?): sono passionacce improvvise. Sarà l’età, che
invece di tranquillizzare esalta.
O forse è un fatto di genere? Nella curva
Nannini in cui ero io, i ragazzi erano piuttosto tranquilli, le ragazze
trascinavano senza misericordia cantando a squarciagola, facendo la “ola”,
dimenandosi e insomma vivendo attivamente l’evento (ah, sì: qualcuna ha urlato
anche “nudo, nudo!” a Renga, suscitando il mio apprezzamento).
Improvvisamente, in un momento di tranquillità
della serata (probabilmente era quello in cui la magia è stata interrotta
dall’apparizione quaresimale di Giovanni Floris, mentre ancora scorreva
l’adrenalina da Amii Stewart), ho pensato ai nani: Diegormando e Giggirriva, i
gemelli più diversi che esistano, che proprio ieri mattina si sono organizzati
un “club” nella loro cameretta.
“Ferma, non puoi entrare nel nostro club
(pronunciato “clab”, proprio)”, allestito dietro la tenda. E papà? Papà sì.
Ora, va bene l’emulazione, la venerazione della divinità paterna eccetera, ma
io devo passare l’aspirapolvere. “Sì, però non distruggere il nostro club!”, mi
raccomandano.
Farò attenzione, piccoli nani, d’altronde il vostro
spazietto stimola la creatività, rafforza l’identità eccetera (per un attimo,
dietro la tenda, mi è sembrato di vedere la sagoma di Maria Montessori, il
mezzobusto delle vecchie banconote, avete presente?). Farò attenzione e rispetterò il vostro voler essere molto maschietti, anche se a volte mi coglie una sottile disperazione al pensiero del sistema binario del vostro cervellino: Si/no, fame/sazietà, sonno/veglia, Cartoni animati/film, pantaloni lunghi/corti, cacca/pipì. Bianco/nero, e non scocciare, insomma, visto che sei pure in minoranza schiacciante.
E quando chiedo, giusto per fare una
conversazione che esuli un momento da Spiderman o dal frisbee o dalla cacca e
dai bisticci: “Amore, sono piaciuti ai tuoi compagnetti i tuoi bermuda nuovi
con i teschi?”, Diegormando il Moralizzatore risponde pensieroso: “…uhmm, sì.
Solo ai miei compagni però!”.
Lo provoco, sapendo che spesso viene inseguito
dalle bambine che vogliono sbaciucchiarlo (cosa che lo infastidisce parecchio,
lui che è un mix tra Chuck Norris e Clint Eastwood #momentogroupie): “ ..e alle
tue amiche no?”
Il bambino mi guarda, forse infastidito da queste sciocchezze donnesche: “…Le bambine non adorano i pirati, mamma!”.
Adorano, tipo culto, tipo passione folle, tipo
groupie, appunto. Per un attimo ho il terrore che mi dica che adorano Francesco
Renga, d’altro canto se io prediligo i quasi ottuagenari tutto è possibile,
basta cominciare per tempo. E quindi cosa adorano le bambine?
“Eh, le bambine adorano…i sandali! I sandali
luccicanti!”.
Quasi mi scende una furtiva lacrima al pensiero
che non vedrò mai luccicare sandali in
questa casa, ma soltanto calzettoni da calcio putrefatti e pantaloni bucati
sulle ginocchia. Una lacrima di felicità, che fa rima con semplicità!
Buona domenica a tutt* :)
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