Tutto è
cominciato con quell’articolo su un quotidiano nazionale, dal titolo “Sex&
Teens”: sa più di filmetto soft-core che di “inchiesta” (sic!).
Certo, c’è il vocabolo
magico: “sesso”. Deve aver pensato questo il direttore del quotidiano - che non
cito per non fare ulteriore pubblicità – nel commissionare una inchiesta
(sic, doppio SIC!) sulla sessualità dei giovanissimi: “Sex and Teens”.
L’autrice è una ragazza bella, di famiglia nobile, ricca, di buonissime
frequentazioni, che per questa e altre ragioni si tira dietro pregiudizi e
critiche, com’è ovvio. Fra i quali quello della percezione della realtà.
La realtà, cara contessa. La vita, capisce?
I due pezzi sono
giornalisticamente un po’ approssimativi. L’inchiesta (sic, l’ho già scritto?),
è stata condotta nelle scuole, nelle famiglie, nei consultori, negli ospedali,
intervistando medici e ragazzi, fornendo uno spaccato dell’Italia da più punti
di vista? Macchè: in un liceo milanese, e poi intervistando un normale
adolescente: soft-metal, beve succo di pera, ricorda Johnny Depp giovane e si
impressiona davanti all’aggressività delle coetanee. Di ghisa, diremmo a
Cagliari.
La nuova frontiera del
non-giornalismo sta appunto in
questi articoli (?) parossistici, pieni di pompini e sturamenti, di luoghi
comuni un tanto al chilo, a partire dal classico “le ragazze scelgono tutto e i
ragazzi hanno paura di avercelo piccolo”: quindi, implicitamente ma non troppo,
le ragazze sono tutte grandissime zoccole e i ragazzi dei gran fessi.
Parallelamente un
quotidiano online locale ci da una notizia incredibile, mai sentita né
tantomeno immaginata prima: e cioè che in una discoteca cittadina, nella prima
serata per adolescenti, c’è stato un episodio di sesso orale nei bagni, davanti
a tutti. Del maschio non si fa quasi menzione, che tanto si sa che è solo un
pene con qualcuno intorno, mentre della ragazza vengono forniti dettagli
piccanti (“si è spogliata”, ecc.). Quasi ho voglia di andare a comprarmi un
giornalino porno, almeno so cosa leggo.
Gli adolescenti
sembrano essere diventati una nuova e ghiotta carne da macello per certa stampa, che dimostra non solo una
tendenza splatter che troviamo un po’ ovunque ci sia necessità di clic,
ma anche un nuovo moralismo imbecille
rivolto ai costumi sessuali dei giovani e soprattutto delle giovani donne.
Nell’inchiesta (sic!) non
c’è traccia di approfondimento, di un perché, di una opinione diversa, di un
approccio educativo o di un qualsiasi pensiero strutturato sul sesso, nemmeno
da parte di chi scrive. Come se il sesso in giovane età fosse un fenomeno
incredibile, mai sentito anche questo, che i genitori non conoscono e che il
giornale vuole mostrare in tutta la sua sconvolgente e inedita incidenza sulla
società (non ridete, adesso, chè non c’è nulla da ridere).
I nostri ragazzi e
soprattutto le ragazze non meritano questo, soprattutto a quell’età, ma hanno
diritto a uno sforzo reale, vero, sincero di ascolto e comprensione, di critica
motivata, di regole: non di essere ridotti a macchietta.
Esattamente come lo
eravamo noi, adolescenti di fine anni Ottanta- primi Novanta. A volte ho
pensato, con la fretta di pensiero tipica di chi è lontano anni luce da
quell’età meravigliosa e terribile, che noi fossimo diversi.
Li
guardo, un po’ impressionata, questi adolescenti vecchi di oggi,e mentre penso che la giovinezza è –o dovrebbe
essere- punk, rock, dark o emo, mi si parano davanti cloni delle mamme
cinquantenni con tanto di filo di perle al collo e ballerine di vernice, o
nongiovani con il giubbetto blu da velista e gli scarponi hogan, sì quelli che
fanno sembrare tutti delle Bratz. Mi fanno venire una terribile nostalgia
del tremendo zaino Invicta tutto pasticciato, un mattone a colori
improponibili che poteva contenere il mondo intero.
Dov’è la rivolta contro
gli adulti, i loro simboli, il loro stile di vita? Ci saranno le polemiche,
gli scontri, quei memorabili “vestita così non esci” oppure,
forse, i due mondi ormai si sono incrociati ed è difficile distinguerli?
E’ un periodo complesso,
che tutti abbiamo vissuto ma ognuno nel suo tempo. In questo senso noi “eravamo
diversi” così come i nostri genitori lo erano rispetto a noi.
Per noi- “da” noi, nella
preistoria- non c’erano i social, ad esempio, né l’iperconnessione. Non eravamo
né impegnati (politicamente, socialmente) come la generazione precedente né
tantomeno disimpegnati come quella attuale: azzardo queste valutazioni in un
terreno scivoloso perché ho conversato un po’ con le due prossime ospiti de La
Versione di Madry, che avrà come tema l’adolescenza.
Avrò in studio una
insegnante delle scuole superiori – che quindi sta con i ragazzi per molte ore-
e con una ragazza molto giovane, ha solo 15 anni, con le quali proveremo ad
aprire una piccola “finestra” sull’adolescenza. Senza fare, possibilmente,
troppo la bacchettona…o la nostalgica dell’Invicta.
Stay tuned: ogni martedì sui 96.8 di Radio X, anche streaming (su www.radiox.it) e podcast
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