“La mia famiglia e altri
animali” non è solo un bel libro di Gerald Durrell che mette allegria e perfino
qualcosa di simile alla felicità, ma che contiene anche, nel suo titolo
fulminante, una piccola grande verità.
E cioè che siamo tutti
simili negli atteggiamenti, nei sentimenti, nelle relazioni; che la famiglia è
diventata “famigliE”, cioè non più una istituzione monolitica e monocolore, ma
una molteplicità di legami cementati dagli affetti e dalle necessità.
Il “Mulino Bianco” è una
invenzione pubblicitaria: la famiglia, talvolta, anzi spesso, è un vero “campo
di battaglia”, non un pranzo di gala. Meccanismi sbagliati, abitudini assurde, tendenze sociopatiche e…molto amore.
Nei casi più felici è la
cosa fondamentale, ma dobbiamo anche imparare a distaccarcene, magari per
prenderci la responsabilità mostruosa di crearcene una nostra.
Che è fatta di
figli o anche no, è allargata ai nostri più cari amici e amiche, è fatta di
fratelli o figli unici, magari con fratelli o sorelle “di latte”, ma anche di
genitori, nonni, amici, vicini di casa, perfino figli “d’anima”.
Delle famiglie, della loro
storia e struttura, di come si è evoluta e delle sue particolarità in Sardegna
(dai, raccontatemi ancora quella storia della “famiglia matriarcale”, dai...)
parleremo con una studiosa del tema nella terza puntata de La Versione di
Madry, on air martedi 15 aprile su Radio X (96.8 Mhz) e in streaming e podcast
su www.radiox.it.
Ne approfitto per riproporre un vecchio post del
2007 di cui sottoscrivo ogni virgola anche oggi)
Evviva
la famiglia e chi se la piglia!
Premesso che: 1.
ho tutti i requisiti (sacramenti e stato civile inclusi) per partecipare ad un
qualsiasi “femili dei” de noantri; 2.
non sono atea; 3. non
odio i cattolici; 4.
da brava sinistroide sono per le differenze, la libertà d’opinione e di
espressione, anche quando si traduce in solenni cazzate; 5. non odio i politici (ah, il
pacifismo sinistroide sempre e comunque…), tutto ciò premesso, beh, quella pagliacciata discriminatoria del 12 maggio
(2007, trattasi di “Family Day”, Ndr)
con tutto il suo codazzo di dissertazioni filosofiche sul concetto di famiglia
mi fa talmente orrore che ci spendo due parole, nonostante il rischio di farle
pubblicità, del tutto involontariamente, giuro.
Il “femili dei” ci
dice che la famiglia è una sola,
quella con mamma e papà sposati e possibilmente con dei bambini, che,
ricordiamocelo, se non li puoi avere naturalmente sono cazzi tuoi e forse anche
una punizione divina; se non sei sposato sei automaticamente escluso
dall’allegro corteo di prelati (notoriamente espertissimi della sopradefinita
famiglia), politici irreprensibili al secondo matrimonio o al terzo
concubinaggio, sindacalisti (buoni quelli) simpatizzanti, e chi più ne ha più
ne metta, basta che siano “regolari”.
Nonostante la realtà ci
dica che le coppie di fatto e i figli nati fuori dal matrimonio sono in
aumento, continua l’affascinante esperimento di voler riportare il paese
indietro di 50 (e perché non 100 o 500?) anni. Ma il “femili dei” è qualcosa in
più: è la discriminazione per chi non
vuole o non può essere sposato: nel primo caso, è aberrante
costringere due persone che non ci credono al matrimonio, svuotandolo così
completamente di significato, nel secondo non si può, ripeto non si può,
escludere le famiglie “di fatto” che ancora non vengono riconosciute
formalmente.
Quindi che se lo
piglino loro, il LORO giorno della “LORO” famiglia, che certamente non è quella che penso io e come
me, molti: se solo ci fosse nella mia città qualcosa di analogo alla
manifestazione dei P.zza Navona organizzata dai radicali, la “giornata del coraggio laico” io
ci correrei. Ci metterei volentieri la faccia, in questa battaglia di libertà e
di dignità che vuole e deve comprendere tutti quelli che si sentono una
famiglia, ma nel senso vero del termine, quello cementato soltanto dall’amore: che non guarda né allo stato civile né al sesso
delle persone.
Intanto ci posso mettere la penna: fatelo anche
voi, lasciate un commento, fate sentire la vostra opinione, riscaldate il cuore della vostra Regina e
ci sentiremo tutti un po’ meno soli e spaventati di fronte ai malcelati
tentativi di farci diventare un Medioevo dei diritti civili e davanti alla freddezza delle anime belle che
cinguettano che la famiglia è solo una, e solo quella che dicono loro. Etichette: cultura, famiglia, family day, figli, francesca madrigali, La Versione di Madry, matriarcale, radio X, sardegna, senza figli