Certi
sogni esistono comunque, anche se noi non li sappiamo o vogliamo più sognare. Arriverà
qualcun altro a prenderseli.
Non so
esattamente per quale motivo il pensiero mi è balenato così, a metà di un
pomeriggio qualunque. Non saprei nemmeno esattamente cosa significhi, e se un
significato ce l’abbia. Pensavo soltanto che tutti abbiamo dei sogni, dei
progetti, delle aspettative, e talvolta- anzi spesso- li abbandoniamo.
Come
fossero palloncini, che a un certo punto lasciamo andare. Per scelta precisa,
perché cambiamo sogno o perché il tempo è scaduto; ce ne rendiamo conto, mentre
lasciamo che quello stesso tempo scorra, di cosa sta accadendo.
Eppure lasciamo
che accada.
A volte,
infatti, è una questione di pigrizia, o ignavia, che è semplicemente la scarsa
stima che abbiamo di noi stessi. Allora ho pensato, appunto, che anche se non
vogliamo o non sappiamo più sognarli, quei sogni-palloncino, ci sarà qualcun
altro che li acchiappa o che non se li fa sfuggire. Magari è lo stesso nostro
sogno, o forse è un po’ diverso; non è nemmeno detto che fosse quello giusto
per noi. In ogni caso, l’abbiamo lasciato andare, abbiamo smesso di curarlo.
Forse non avevamo più le forze, e perfino - nei casi peggiori e migliori allo stesso tempo- abbiamo scoperto improvvisamente che pensavamo fosse amore, e invece era un calesse.
Comunque, stiamo bene. Allora perché ci infastidisce se qualcun altro lo rincorre ancora, quel sogno piccolo e difficile, e magari
riesce a trattenerlo- cioè a realizzarlo?
Se non siamo più capaci di tenere stretto quel filo, almeno non facciamo una
delle cose più sciocche e sterili che ci siano, e cioè schernire chi ancora sa
sognare i suoi sogni. Che spesso, si sa, sono ad occhi aperti - sul mondo.
(nella foto, uno de I Dormienti di Mimmo Paladino, alla Galleria Comunale d'Arte di Cagliari)
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