La domenica della Sora Franca/ Matrimoni interculturali.



Voglio fare outing anche io, anzi endorsement, che anche se non c’entra nulla va di moda visto che la campagna elettorale non è ancora finita. Siamo una famiglia un po’ confusa, lo ammetto: gli uomini piccoli apparecchiano e quello grande, da maschio alfa assai imperfetto, passa l’aspirapolvere senza sentirsi defraudato della sua virilità. Ecco perché Giggirriva e Diegoarmando, 4 anni e mezzo, si incasinano quando devono spiegare chi fa cosa. “Eh, papà cucina, fa i piatti, butta la spazzatura…”.

E mamma?, chiede la suocera, una adorabile signora affettuosa, discreta e…continentale, che con circospezione si informa sul ménage familiare (è una cosa naturale, tutte le suocere lo fanno, anche quelle normali come la mia). 
Lei, nello specifico, si è ritrovata una nuora un po’ strana, effettivamente, e il colpo di grazia arriva quando, durante il pranzo, decidiamo di mostrare gli straordinari frutti del nostro matrimonio inter-culturale sardo-lombardo.
Chiedo a Giggirriva, che si sta ingolfando di raviolini in brodo, di spiegare alla nonna come si dice quando si ha mal di testa. Il bambino sorride: “Ohi, sa conca!”. E Diegoarmando, avvezzo al palcoscenico, aggiunge: “mischino!”. La nonna lombarda appoggia il cucchiaio, e rassegnata esclama: "Ussignùr. Ho due nipotini che dicono ‘mischino’ "!

E’ l’identità, cara nonna: così mi dicono. Speriamo che però la lingua la insegnino anche a scuola, hai visto mai che poi non la imparino a casa e vengano magari penalizzati in futuro nei concorsi pubblici? Dici che è fantascienza, che non succede così perché la lingua o è viva o non è? Mah, speriamo. Intanto i nani quattrenni si stanno applicando, però (vedi video).

La cosa importante, comunque, è viverla, la propria identità: che è fatta anche del luogo in cui si abita. Una delle attività preferite, in qualunque giornata e dunque anche nel fine settimana, è il giro in autobus per la città.
Colombina è la fidanzata di Arlecchino”, sentenzia Diegoarmando mentre esplora la panchina della fermata del 3 sfidando il suo sistema immunitario a duello e suscitando il sorriso compiaciuto delle signore che aspettano. Che dolce coppietta di fratellini!
E Giggi, serafico, col suo tono da mezzosoprano: “…e la cacca è la fidanzata della pipì”. Le signore si guardano, ci guardano, soffia una lieve brezza.
Ed è subito sera.

Buona domenica a tutt*
:)

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