Cari figli,
perché questa lettera, per voi che ancora non sapete leggere ma siete
come fogli bianchi, e anche per chi invece ormai porta con sé e in sé tante pagine scritte fitte fitte?
Perché, è banale dirlo, il tempo passa
e mi sono accorta che devo stare attenta a cosa vi dico, a come ve lo dico, a come mi comporto. Mi pare che si chiami esempio, e dicono che sia la cosa fondamentale in una educazione. Quindi
provo, nella maniera a me più congeniale, a raccomandarvi alcune cose
fondamentali per una buona vita, come spero sarà la vostra.
La prima è che abbiamo tutti bisogno di un po’ di bellezza nella vita, e questa lettera ha l’ambizione di
ricordarvelo, di prendere un appunto per quando sarete grandi. Adesso non ce n’è
bisogno, perché l’infanzia felice è quanto di più genuinamente bello possa
esistere: la corsa, le parole, quegli sguardi dritti al cuore, l’assenza di filtri e soprattutto l’amore
puro, essenziale, senza scampo dei bambini riempiono la loro giornata e quella
di chi vive l’avventura di essere con loro. Da adulti, spero che cogliate la
necessità vitale della bellezza, che è dappertutto perché ognuno la declina
secondo i propri bisogni: lo spettacolo della Natura, l’abbraccio di un amico,
il bacio di un amore, un’opera d’arte o una canzone, un lavoro ben fatto, il
vostro cane o gatto che vi guarda.
Vi è toccata in sorte una madre imperfetta, testardamente convinta che
anche a quattro anni voi siate già delle persone e come tali abbiate diritto al
rispetto, nei confronti vostri e
degli altri. Ieri ho sentito uno di voi due protestare perché un bambino gli
aveva tolto la sua macchinina: “ma non si strappano le cose dalle
mani!”. Sono stata contenta, e preoccupata, perché mi sono chiesta se domani le
persone miti saranno apprezzate. Oggi butta male, ve lo dico subito: il mondo
piccolo e globalizzato che illude di raggiungere chiunque, e di poter
comunicare con tutti, è anche un non-luogo di grande aggressività gratuita
(cioè non necessaria, talvolta sciocca). Spero che almeno avrete in dote il
dono ineguagliabile dell’ironia.
Sono felice che siate in due,
perché avere un fratello o una sorella è una grandissima fortuna. E’ un legame
speciale che non ha eguali, con tutte le conseguenze del non essere soli mai,
dell’imparare presto – nel vostro caso subito- che gli altri, semplicemente,
esistono e hanno desideri, diritti, difetti e commettono errori o bellissimi
gesti, proprio come voi. Tenetevi stretti gli amici, che sono la seconda
famiglia; non credete mai ai cinici che vi dicono che le amicizie vanno e
vengono ed è normale così, perché è solo un modo per giustificare la loro
pigrizia.
E la passione, la vitalità,
insomma la grazia
nel senso più ampio che si possa immaginare.
Vedo intorno a me troppa indifferenza, troppa stanchezza, poco istinto e
passione vitale (che è molto diversa dall’aggressività, sentimento funesto e
pure un po’ funereo). Vi auguro di appassionarvi alle cose, fossero anche voler
essere aggiornati sulle cose del mondo, andare nei boschi o a pesca, studiare
molto o lavorare subito, ma con il piacere, mentale e spesso anche fisico, di
chi fa qualcosa che ama. Basta una passione per riempire la vita, ma se sono di
più è anche meglio, perché vedete, noi grandi siamo multidimensionali, anche se
molti non se ne sono accorti.
Sono stata un po’ lunghetta, eh? E’ perché vi amo molto, e vi devo
molte cose buone: non ultima, il fatto di aver cominciato a vedere, con voi e
per voi, il famoso “bicchiere mezzo pieno”. Grazie.
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