Nel piccolo bar vicino a
casa mia, piuttosto anonimo, assolutamente non fighetto e dispensatore di
cappuccini ottimi e grande gentilezza,vedo spesso una signora di una certa età.
È piccola e rotonda,sui settant'anni, mitigati dalla cofana di capelli neri raccolti, e
arriva con una borsa-carrello della spesa al seguito.
L'ho sempre vista,nel
quartiere: trotterellava insieme all'anziano marito, e ho un vago ricordo di un
negozietto-merceria,qui da qualche parte. Ora il marito non lo vedo più: c'è
solo lei, che entra nel bar, con mossa tecnica si installa sempre nello stesso
tavolino e ghermisce l'Unione Sarda, se è disponibile. Poi ordina un caffè
lungo, o forse un cappuccino, e ci inzuppa dentro...i suoi crackers. Probabilmente
é il suo piccolo lusso, prima della spesa, all'inizio di una giornata come tutte
le altre, come le nostre, e viene contemperato dall'abitudine quotidiana dei crackers. Che poi, a me, fanno venire in mente i bambini o gli uccellini.
Mi sembra che più i tempi diventano difficili e più
sia necessario, per ognuno, preservare i piccolissimi piaceri, il peso sulla
bilancia che fa la differenza in una mattinata. La signora con la cofana e gli
occhiali è anche curata, ha perfino un velo di rossetto. Dà istruzioni alla barista di
mettere la colazione sul suo conto e talvolta offre il caffè agli avventori conosciuti, chiede
del bimbo appena nato della nuora o della salute della suocera.
Ah, e mi tiene
d'occhio, quando ci sono anche io, per passarmi il giornale in via
preferenziale appena ha finito di leggerlo.
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