In questi giorni, e fino al 20 ottobre, a Cagliari (Teatro civico di Castello, 1° piano) c'è una piccola anteprima del progetto al quale io e l'amica fotografa Fiorella Sanna lavoriamo da quasi un anno.
Il materiale è molto corposo, perchè molte persone hanno partecipato, ma in questa occasione ne esponiamo soltanto una parte. La mostra completa, che dovrebbe includere anche una serie di eventi collaterali sul tema, sarà un percorso costruito su molti più ritratti e molti più contenuti.
Abbiamo cominciato venerdi scorso, con un ottimo afflusso di pubblico, e mi piace ringraziare i nostri "supporters" per l'attenzione che ci stanno riservando. In particolare, e questa è una cosa che mi coinvolge sia umanamente che professionalmente, provo una incredibile soddisfazione nel vedere le persone che, già rapite da questi volti "mescolati", parlano tra loro e talvolta annuiscono o dibattono davanti agli estratti delle interviste.
Significa, per me, che la parola è più viva e potente che mai, e lotta insieme a noi - soprattutto su un argomento come questo.
Grazie.
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“Uccidi anche me” è un progetto fotografico e giornalistico sul fenomeno
del femminicidio in Italia. Abbiamo scelto un titolo volutamente provocatorio, che punta ad una
partecipazione collettiva nella lotta contro la violenza sulle donne in
tutte le sue forme, ed in particolare contro il momento che spesso ne
rappresenta il tragico epilogo, cioè l’omicidio.
Abbiamo realizzato circa 150
ritratti e 70 interviste sul tema, a donne e uomini, nell’ottica di inquadrare
una prospettiva realmente sociale e non puramente “di genere”. I partecipanti sono
stati dapprima fotografati secondo uno standard, e successivamente dai loro volti sono state “estrapolate” delle
parti, per creare un viso totalmente nuovo. Altrettanto avviene con le
interviste dalle quali vengono estrapolate le parti più interessanti, che
interverranno a comporre un mosaico di pensieri ed opinioni sul femminicidio.
Il risultato è stato
sorprendente: forza, volontà, condivisione, consapevolezza, sono i sentimenti
che trasmettono questi nuovi volti e le parole che li accompagnano, in armonia
con la nostra precisa scelta stilistica e comunicativa. Non intendiamo
veicolare in alcun modo immagini che evochino l’atto violento, la sottomissione
femminile associata automaticamente alla brutalità maschile, in generale una
rappresentazione sempre vittimistica e perdente della donna, da “preda
designata” e quindi in qualche modo sempre “oggettivizzata”. Così come
evidenziato dalle nostre interviste, la realtà è molto più complessa e
l’importanza del tema impone uno sforzo di approfondimento e attenzione, perché
il fenomeno non venga ridotto a mero problema “di genere”.
Perché la violenza è un
problema collettivo e non individuale, e la grande partecipazione al progetto
evidenzia la volontà generale di comprenderlo e di trovare delle soluzioni.
L’importanza della
sensibilizzazione, e più in generale del portare a livello pubblico il tema
della violenza sulle donne, per indagarne i meccanismi aumentando
contestualmente il livello di allerta
individuale e sociale, è alla base di “Uccidi anche me”.
Fiorella Sanna e Francesca Madrigali
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