Quel figlio morto. e quella mamma “diversamente viva”.



E’ accaduto qualche giorno fa, l’abbiamo letto e visto tutti: alcuni esponenti del sindacato di polizia Coisp hanno manifestato sotto il posto di lavoro della madre di Federico Aldrovandi in segno di solidarietà con gli agenti condannati in via definitiva per l’omicidio colposo del ragazzo. 

Ci ho pensato per giorni. Oltre lo sconcerto, l’indignazione, oltre lo sgomento per una manifestazione inopportuna sotto tutti i punti di vista, poiché per affermare la propria opinione non è necessario né utile oltraggiare altre persone deliberatamente.
Oltre tutto questo, però, credo che quella mamma che scende in strada con la foto del figlio morto non è soltanto una notizia

E' una persona, lei sì viva. E poichè è viva, ogni giorno pensa a suo figlio, poco più di un bambino, morto ammazzato. Ci penso, col terrore di chi ha figli e prima di averli non conosceva questo sentimento puro e cristallino di paura. Paura che qualcosa possa accadere, e consapevolezza che se dovesse accadere si morirebbe un attimo dopo.
In questi giorni della Pasqua penso anche a questa madre col suo dolore fisso e composto scritto sulla faccia, e mi fa venire in mente un'altra Madre che guardava il suo Figlio martoriato.


Quindi penso a quella madre diversamente viva, che diviene ancora una volta, suo malgrado, protagonista di una notizia di cronaca. Penso a chi ha avuto l’idea di tirarla in ballo, in maniera intenzionale; mi chiedo se e quali sentimenti possano ispirare un’idea come quella. E mi spavento.

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