Finalmente sta per finire. Anche da lontano la politica stanca, distrae
dalla vita che è sempre altrove, è un fuoco di paglia che dura poco e lascia,
di solito, sfiniti. Non so se è qualcosa che si può amare: io in genere mi
appassiono alle persone, non agli apparati.
E soprattutto non sono abbastanza
cinica per godermi le dispute da bar, il darsi di gomito da vecchi amici, il
risiko dei sottintesi e dei sotterfugi necessari per sopravvivere in una
giungla privilegiata dove si entra per libera scelta.
Non è “antipolitica”: ma
che vuol dire? Tra l’altro, io stavolta la politica l’ho seguita tutta,
certamente non per decidere per chi votare (resto convinta che i comizi e gli
incontri non muovano voti, ma servano a “contarsi”, proporsi, allenarsi). sono soltanto una Semplice Osservatrice.
Certo, sono un po’ “sensibilizzata”, lo dice anche il mio
allergologo, e poi, purtroppo o per fortuna, “non mi innamoro di nulla”. Insomma mi diverto, ma “a pagu”.
Ieri, come qualche altra volta, ho perfino partecipato ad una trasmissione
della nostra televisione regionale principale, Videolina, per accompagnare
un’amica (e fare merenda insieme, dopo).
Ero nel pubblico, avete presente le
facce immote che fanno da sfondo ai protagonisti di questi incontri? Ecco, una
di quelle ero io, peccato che la mia faccia sia tutto tranne che immota.
Ero
seduta dietro Mario Sechi, capolista al Senato per la lista Monti, e diciamo
che avrei potuto, a scelta, stringere amicizia o rimandarlo ai miei post
precedenti (Monti a Cagliari, e soprattutto "E' un certo tipo di giornalismo, bellezza!") visto che, sentendomi invocare Erode in relazione agli altri
ospiti, mi ha subito chiesto: “Tu cosa fai? A ho capito…sei la ‘counselor’
della signora (Lilli Pruna, candidata Sel al Senato, NdR)…”.
Direi di no, ho
risposto, anche perché non credo che Erode sia una figura da Pantheon politico
da spendere in campagna elettorale.
Detto questo, la trasmissione (condotta bene dal giornalista Anthony Muroni,
che ho visto alzare gli occhi al cielo più volte-forse non
sono l’unica che sta andando in overdose?), ha ospitato anche altri personaggi
della politica regionale, tutti in politica e/o in Consiglio regionale da tempi
immemorabili: Ignazio Artizzu (Futuro e Libertà), Roberto Capelli (Centro
Democratico), Giacomo Sanna (Partito Sardo d’Azione), Giorgio Oppi (Udc),
Silvio Lai (PD). Ultima puntata, con i "big" della politica. Big. Bang?
Resta il mistero del simpatico (non è ironia) opinionista Ivan
Paone, giornalista sportivo che però in questo contesto rappresenta la “voce
del popolo” (cioè, potrei farlo anche io, caro Muroni, almeno saremmo certi
dell’assenza di battute da osteria!).
Stare nel pubblico, nonostante le luci abbaglianti e la sete, è utile per
osservare con distacco i partecipanti, che a una certo punto hanno cominciato
la gazzarra del battibecco televisivo: “tu hai detto questo…io c’ero, non
c’ero,se c’ero dormivo..non avete fatto quest’altro”. H capito che è tipico
delle relazioni di lunga data, una specie di versione politica di Sandra
Mondaini e Raimondo Vianello: infatti anche questi signori, nelle pause
pubblicitarie, scherzavano e ridevano tra loro, dandosi pacche affettuose e
rimbrotti da coniuge brontolone. Quattro amici al bar, insomma.
Al confronto il
segretario regionale del Pd è sembrato un Gandhi moderno che pacatamente
“smacchiava il giaguaro” (scusate, sono ancora traumatizzata). Le “reclute”
della politica (per usare una parola di Monti che mi ha molto colpita e che
probabilmente ha suggerito il suo “counselor” Sechi), cioè Pruna e Sechi,
assistevano dimessi (lui) e stupefatti (lei) alla gazzarra. Nella quale si è
capito che “il cemento, che è un ‘totem’ della sinistra, l’ha messo Soru”
(Artizzu); “Monti sa fare la spending review” (Sechi); l’industrializzazione
del Sulcis è colpa degli operai (?, Oppi); i sardisti sono abituati alla
trincea, la conoscono bene (Sanna).
Soltanto la candidata Sel al Senato Lilli Pruna (e la stima non inficia il
mio giudizio e le mie impressioni, trattasi di realpolitik di una Semplice Osservatrice) ha parlato di
istruzione, occupazione e parità di genere, diritto allo studio e possibilità
di riconvertire i modelli produttivi esistenti e moribondi: tutti gli altri, concentrati
sull’edilizia che crolla, sui costi della politica, sul “dramma” dei vincoli
paesaggistici e la Zona Franca. Tutti concentrati sul voto oggi e non
sui temi di un domani che è già qui.
Ora capite perché un Aperol soda, dopo questi pomeriggi, non è sufficiente?Etichette: Anthony Muroni, Artizzu, candidati sardi, elezioni 2013, Fli, francesca madrigali, Giacomo Sanna, Lilli Pruna, mario sechi, Oppi, pd, Psd'Az, Roberto Capelli, sardegna, Sel Sardegna, Silvio Lai, Udc, Videolina