Qualcuno l’ha dimenticato, o non l’ha mai
imparato; o peggio ancora, sottovaluta l’importanza delle parole rispetto agli
atti.
La verità è che la parola è l’attesa dell’agire, la promessa di quello
che accadrà, un piacere o una paura che è forte come il piacere o la paura
stessa.
Con le parole ci si può innamorare di qualcuno, si può addomesticare
una persona o una folla intera, si può perfino essere trasportati in un altro
luogo e in un altro tempo.
Mai successo di innamorarvi di qualcuno per lettera, intendo le vere lettere? E’
un esperienza straordinaria, di grande romanticismo ed erotismo.
Tutto comincia dalle parole, scritte o dette
non importa poi molto: e se il tempo moderno le ha “aggredite”, moltiplicando
la possibilità per tutti di farne un cattivo uso, è anche vero che soltanto con
gli strumenti di oggi le persone hanno ripreso a scrivere, fosse anche su un
social network o un piccolo, noioso blog.
Le parole, queste amatissime, hanno anche una grande funzione
terapeutica: mai provato a scrivere un diario ("Caro diario...") ?
È un formidabile mezzo per conoscere se stessi ("Salvavita", potremmo dire).
Ovviamente, visto che “a un
grande potere si accompagnano grandi responsabilità” (cit.), occorre maneggiare
con cura le parole, trattarle con rispetto senza massacrarle per la fretta o
l’incuria, perché potrebbero anche provocare imprevisti effetti collaterali,
come appunto un innamoramento improvviso, un disamoramento imprevisto, perfino
un incarico di governo o una rovinosa caduta, chissà.
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