Che geni questi
pubblicitari: siamo noi cretini (o cretine) che non capiamo la forza
espressiva, creativa, eversiva di certe campagne! Vedi questa di Piazza Italia,
lo “sponsor della gente comune” (!): un manifesto con la donna ammiccante e
sadomaso che vuole entrare in politica.
Ohibò, mi sono chiesta io, stai a
vedere che hanno inventato qualcosa di altrettanto graffiante anche con gli
uomini, che so, un fotomodello vestito da giullare o da maggiordomo, visto il
tema…e invece no.
La versione maschile è rappresentata da un figone in stile
lupo di mare. L'ovvio riferimento alla sfilata della Minetti in costume da bagno di qualche tempo fa, ripresa da tutti i media, e il richiamo al senso di antipolitica che dilaga è evidente.
E dunque: è una
mia fissazione o c’è qualcosa di oggettivo nella scorrettezza e pericolosità di
questo tipo di comunicazione? È esagerato, o sbagliato tout court, invocare una
qualche censura per questo tipo di messaggio urlato sui muri, in televisione,
ovunque? Già mi era venuto un travaso di bile per le pubblicità di D&G che
raffigurava una lei atterrata da un lui, in un evidente mimica di atto
sessuale, mentre altri baldi giovani stanno a guardare (nel 2009), e per il marchio Fracomina che tirava in ballo nientepopodimeno che la Madonna.
Queste cose
fanno ribrezzo e anche un pò incazzare, ma non abbastanza, tant’è che di solito
siamo io e qualche prete ad urlare allo scandalo. Gli altri e le altre dove
sono?
E che dire del “play set mini casalinga”: Sei
proprio una brava casalinga! Chi sarà più brava a pulire la casa? Tu o la
mamma? , strillava la scatola colorata in un supermercato, profezia che si
confermerà poi con gli spot successivi, in cui il figlio pirla entra in casa
ricoperto di fango sporcando il pavimento lucidato a specchio dalla mamma
perfetta.
Ah,
e poi: lo sapevate, voi, che esiste una bevanda al guaranà, commercializzata in
una bottiglietta rosa, che si chiama Fi.Ga (fiori
di guaranà, che avevate capito?)? Vista quest’estate in esposizione sul bancone
dei migliori bar.
Ricordo con nostalgia l’indimenticabile pubblicità
del mirto più commerciale della Sardegna, che forse per allinearsi al trend
generale mostrava la solita vista e rivista scena di alcova con sussulti orgasmici
alla sola apertura della bottiglia (perdipiù dall’altra parte del mondo:
ohibò, sta a vedere che veramente non abbiamo più confini)? Niente a che
vedere, certo, con il lugubre spot che mi ha fatto passare per sempre la
voglia di bere quel rosso aperitivo: musica da messa nera, un lui che si
rivela lei e viceversa, con corredo sadomaso di fasce per il seno,
rossetti sbavati, ambienti gelidi e wow, hai visto mai che alla fine si
trombi!
Sarò io che non capisco le metafore, mi
viene solo voglia di tirare giù i manifesti a mani nude, sputare sullo schermo
e e promuovere un boicottaggio selvaggio. Ma come si fa?
Se non comprassimo più nulla che offende, mercifica,
umilia le donne, dà loro delle puttane o delle minus habens
predestinate allo tzeraccare nel focolare domestico, le nostre case
sarebbero praticamente vuote. Niente vestiti fashion, niente detersivi e
saponi, nessuna auto, bevanda, nemmeno le mutande.
Insomma, sempre una donna che è proprio
quella della celeberrima raccomandazione: “cuoca in cucina, signora
in salotto, puttana in camera da letto”. Soprattutto quest’ultima,
direi.
E le donne che fanno? Abbozzano, sorridono, comprano i jeans Piazza
Italia o le riviste piene di pubblicità pornografiche, guardano con
compatimento, bollandole come femministe stantie, quelle che s’incazzano,
e cercano di assomigliare il più possibile a quella modella in reggiseno borchiato che insegna alle giovani quale può essere la strada per la politica.
A posto, siamo.Etichette: cartelloni pubblicitari, casalinga, comunicazione, donne, educazione, femminismo, Fi.Ga, francesca madrigali, giocattoli, giochi bambini, guaranà, immagine donna, marketing, piazza italia, pubblicità, spot