Mi sembra un sogno, e infatti lo è: un aggeggio che interrompe chi straparla e ti "annacqua" il cervello a colpi di un milione di parole al
minuto. Dedicato a quelli che mi forano i timpani urlando nel proprio
cellulare, raccontando anche a me, povera crista capitata lì per caso,
tutti i fatti suoi, dal bisticcio con la suocera al nuovo paio di
scarpe; che potrebbe tagliare le gambe a quelli che gridano per chiamare
i figli lontani un metro, quegli altri che nella pace della spiaggia
settembrina sviluppano dibattitti interminabili sul nuovo parrucchiere,
passando poi al "piove governo ladro" e al nuovo cellulare.
Interrompere
chi ha cose fondamentali da dire proprio a tutti, tutti quelli che ad
esempio stanno nello stesso pullman, nella stessa carrozza del treno,
nel tavolino vicino e hanno la sventura di sentirci bene. Non parliamo
poi del cinema, del teatro, di occasioni in cui il logorroico si
incattivisce perchè intuisce vagamente che non è il caso, e purtuttavia
straparla anche se quelli più scafati lo stroncano alla seconda frase.
Anche certe riunioni familiari finiscono con una sensazione di dolore
alle orecchie, ma basta saperlo prima e una si organizza.
Fino a
ieri invocavo un qualche dio che mi rendesse improvvisamente sorda, ma
adesso ho una speranza: no, non gambizzarli fisicamente, noi nonviolenti
in fondo siamo degli inetti, ma infastidirli con questa nuova
macchinetta fino a riportarli non dico al silenzio ma almeno a un volume
accettabile (e soprattutto inudibile, che a me,dei fatti di chiunque,
fondamentalmente non mi interessa nulla!). Le mie orecchie - e la
civiltà- ringraziano :)Etichette: francesca madrigali, Ig Nobel 2012, logorroici, ricercatori giapponesi, straparlare, telefono