Amore, cuore mio, vita mia, luce dei miei occhi. ma anche piccola iena, carogna, sanguisuga, rompipalle galattico.


Ci sono quelle che parlano soltanto di loro: i figli. L'avvento di social network e simili è stato una goduria per chi è affetto da genitorialità compulsiva e una tremenda iattura, una piaga biblica, una spina nel cu..ore per tutti e soprattutto tutte le altre, quelle che condividono l'esperienza uterina (o anche no) e basta. Cioè quelle normali, perbacco, quelle donne cocciute e non ancora rassegnate a farsi risucchiare il cervello dall'Esperienza delle Esperienze, che hanno insomma altri argomenti nella vita. Di solito le sciagurate se ne strafregano dei pantaloncini giusti, di mettergli la polo col colletto quando si esce, di contare le calorie di quando e cosa mangia, di asfissiarlo con le buone maniere a tre anni, ammaestrandolo per forza perchè sennò il resto del mondo non ti lascia più vivere. E siccome nel mondo ci viviamo tutti, certe cose le dobbiamo fare: si chiama accettazione sociale, un pò come il grembiulino giusto. La nonna si spaventa: non comprarglielo troppo scarso! la mamma del compagnetto si agita: devo assolutamente prendergli quello di Saetta McQueen! (chi cazzo fosse l'ho scoperto al nido).

E tutto questo costituisce argomento di conversazione. Di condivisione su qualsiasi piattaforma disponibile,da Facebook ai blog, ultima frontiera per quelle che prima ti alloriavano solo al telefono o se le incontravi (per caso, eh). Per una che ha delle tremende botte di noia quando parla molto dei suoi, di figli, capite bene che è un problema serio di socialità. E io sono un animaletto sociale, con una caratteristica comune a molte/i (comune, capito? non siamo semidee!): ho dei figli.
E' meraviglioso vivere con loro, raccontare le cose che fanno, però cum grano salis: non siamo monotematici, monomaniacali, disegnati in un sola dimensione. O sì? Cuoricini, gattini, miagolii, dichiarazioni d'amore spampillonato, miliardi di foto buttate in Rete, tra l'altro non rendono veramente l'idea della maternità nel suo complesso, o vogliamo forse credere a quelle che raccontano che va sempre tutto benissimo, è comunque tutto facile, naturale, la più grande figata di sempre (oddio, questo forse sì)? 
Prendiamo il nostro caso: a fronte di un Diegoarmando che torna indietro sulla porta a sbaciucchiare il papy, c'è un Giggirriva che oggi ha cercato di ingoiare un calzino perchè indispettito dal mio cortese suggerimento di vestirsi da solo; e poco dopo, a mezz'ora di urla selvagge è seguito un tentativo di ficcarsi il manico della forchetta nella narice destra, sempre per una questione di capriccio. D'altro canto, forse il fatto di essere stato ripetutamente morso in testa dal fratello forse qualche nervosismo l'ha anche creato, povera stella. Così sono, anche, le giornate. Pensate se dovessi raccontarvele tutte (paura, eh?), ho come la sensazione che sarebbe la mia morte civile!

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