Metti un pomeriggio di sole caldo a Cagliari, nota capitale del Mediterraneo (sic!). Metti che devi coordinare un dibattito sulla precarietà, e da giorni ripeti il mantra "sì, però mentre ne parli cerca di non incazzarti troppo". e mettici pure che c'è anche Susanna Camusso, con relativo effetto mediatico. Visto e considerato che è andata bene, nonostante l'ansia da prestazione, i temi caldi, il caldo infernale dell'Aula A e visto anche che non mi sono arrabbiata riguardando e riparlando di cifre, denari buttati via, dei sonori pacchi rifilatici da governi di ordine, grado e colore (perchè è bene ricordare che la la Legge 30 del 2003- presentata da Roberto Maroni- era nel governo Berlusconi, ma il mefitico "Pacchetto Treu", vero grimaldello della flessibilità, risale al 1997, starring il governo Prodi), ecco che il giorno dopo mi ritornano in mente alcune cosette notate con la mia arguta coda dell'occhio (truccato, per contrastare il pallore implacabile da monitor, da notti animate dalle polemiche anche queste implacabili di Diegormando e Giggirriva, ecc ecc.):
1) Azz! mi si sta già sbeccando lo smalto color geranio (forse perchè l'hai messo 5 minuti prima di uscire e poi hai toccato di tutto?)
2) Urca! c'è un servizio d'ordine del sindacato, come ai concerti. in effetti Susanna è rock.
3) Però! Invidio l'imperturbabilità di questa donna, e (vedi sopra) chissà quante ne sente di cose che la fanno incazzare. Però l'occhio celestissimo indubbiamente aiuta.
4) Anvedi! Codazzi di questo genere ne ho visti solo dietro ai primari in ospedale (cit. una mia amica, che però l'ha detto meglio).
5) Maronnamia! L' aula dove si svolge la presentazione del libro è proprio piena, non è un effetto di computer grafica. Stai a vedere che stare dall'altra parte della scrivania è più divertente che seguire questi incontri infiniti per poi doverne scrivere?
Insomma, a parte i miei capelli ribelli e quella curiosa sensazione di stare in chiesa, è stato interessante, istruttivo, e per un momento ho perfino superato il mio pessimismo cosmico riguardo al futuro di noi tutti poveri sfigati, bamboccioni, attaccati al posto fisso e via farneticando: magari, chissà, un'altra vita è davvero possibile, in qualche caso magari si svilupperanno forme di vita più evolute, che vadano oltre il disco rotto di "Le imprese hanno paura di assumere perché è molto difficile licenziare, anche per ragioni economiche" (cit. Mario Monti, oggi).Etichette: Cagliari, francesca madrigali, il lavoro, Italia, precarietà, sardegna, susanna camusso