Una mamma e il suo bambino/2 . Anche la mamma esiste (per poco però).

Diegoarmando è noto, oltre che per la sua abilità calcistica precoce e il suo caratteristico ringhio che lascia basito chi non è abituato, anche per il suo “papismo”, variante del “mammismo”. Qualcuno potrebbe obiettare che a 22 mesi non è possibile, la mamma è sempre la mamma eccetera. Invece no. Mentre il fratello Giggirriva, detto anche Hulk per dimensioni, taglia e forza fisica, mostra degli sporadici momenti di tenerezza per la sottoscritta Grande Madre con capelli in disordine, abbronzatura a chiazze e l’ultimo pasto normale caduto nel dimenticatoio, per Diegoarmando, come ha fatto notare sconcertata un’amica, “è sempre la Festa del papà”.
Ma i papà tornano al lavoro (mentre le mamme disoccupate sono sempre in ferie, beate loro!), nella modalità “papy in città-quella signora spettinata che sembra sia la mamma al mare con noi”, gettando anche un po’nel terrore chi rimane: cosa succederà?

E’ successo questo: Diegoarmando si è appiccicato come una cozza alla signora spettinata, cioè la sottoscritta, insomma, pare, la Grande Madre di cui sopra. In un improvviso furore uterino, ha perfino piagnucolato per essere preso in braccio per dormire, cosa mai avvenuta nei 22 mesi precedenti della sua piccola vita. 
Nel frattempo, Giggiriva continuava serafico a sfogliare i suoi libri, rotolarsi nel lettino sbadigliando e scoreggiando, forse appesantito dalla pasta al ragù, il prosciutto, i pomodori e le tre albicocche e l’anguria (il dolce gliel’ho strappato di mano all’ultimo momento). Un momento di gloria materna, pure un po’ sconvolgente per chi non è abituata al bambino-cozza: fatto sta che Diegoarmando si appiccicava tutto, chiamava la mamma appena spariva dalla sua vista, voleva perfino abbracciarla e si faceva sbaciucchiare contento, oltre alle notti di terrore in cui si svegliava lamentoso (“mamm, mamma….MAMMMAAAAAA”). Oddio, il panico, mesi di buone pratiche da manuale di puericultura similnazista vanificate da un raptus bambinesco, come fare a rimetterlo giù, ma il fratello soffrirà di gelosia? Nel frattempo, il suddetto fratello osservava la situazione con i suoi misteriosi occhi azzurri e non faceva una piega (se non all’approssimarsi dell’ora della merenda). Il tutto generava però, oltre alla faccia stravolta mia e del nanetto, anche un po’ di emozione amorosa, quella meravigliosa sensazione di simbiosi pelle contro pelle, insomma il fascino dell’attaccamento animalesco del cucciolo alla sua mamma (che secondo la scuola educativa cui ci ispiriamo per sopravvivere, dovrebbe essere un problema dei primi mesi, poi via col bimbo indipendente e autonomo).
In tutto questo, la nonna materna commentava con malcelata soddisfazione: “oh, poverino, vuole la mamma!”….

Poi è arrivato il weekend. Il venerdì sera, come da protocollo, il papà è comparso sulla terrazza in cui Diegormando e Giggirriva stavano disegnando scarabocchi alla Kandisky (ma sul pavimento). Si è levato un unico grido: PAPA’!, i pastelli scaraventati per aria, le gambette di uno e i polpacci da terzino dell’altro che correvano verso l’unica divinità riconosciuta: Lui, il Papà.
Improvvisamente le notti sono tornate tranquille, non senza qualche nostalgia.

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