Mi preparo alle inevitabili polemiche riguardo l’argomento animali-umani, pazienza. Spero che gli amanti degli animali avranno con me la stessa tolleranza che ho io verso di loro quando li sento dire cose tipo “gli animali sono migliori degli umani, amo più loro delle persone ecc.”. Ognuno è liberissimo di amare chi vuole e come vuole, facendo le debite differenze però.
Questo post mi ha fatto riflettere e confermato una strana sensazione che avevo già da un po’. L’autrice parla di
fastidio palpabile quando entra in un bar con un passeggino gemellare, cosa che a me è capitata diverse volte. Nessuno- o quasi- che si sposti, esattamente come accade per strada o nei negozi, dove il bambino è guardato con fastidio, e frettolosa condiscendenza (non è necessario, signori: basta che ci facciate passare).
Sono andata a una conferenza con i miei bambini (che per inciso sono anche governabili, ma su questo potremmo aprire infinite discussioni), stando in fondo alla sala e uscendo al primo segnale di piagnucolio, e anche le mie amiche hanno criticato la scelta, perché “non si fa”.
Se avessi avuto un cane, avrei potuto farlo entrare senza ulteriori commenti, immagino, ma anzi con tanti sorrisi di simpatia. Vedo poi cagnetti, poverini, vestiti a maschera, infilati nelle borse, ora perfino piazzati sul seggiolone come i bambini. Tentativo di umanizzare l’animale? O forse la convinzione che umani e animali siano uguali? Cioè,
Gandhi e un gatto, Hitler e un cane sono la stessa cosa? O sono esseri
ontologicamente diversi - dotati di pari diritti certo, compresi quello alla vita, la cura, il diritto a essere rispettati perché esseri viventi, ma diversi nella scala delle priorità?
E’ vero che bambini e animali si somigliano (altre polemiche delle vere mamme, immagino), per la loro dipendenza dagli adulti, la loro tenerezza, l’amore incondizionato che spesso noi ricambiamo con incuria quando anche con aggressività e violenza, come se l’essere indifesi fosse una provocazione intollerabile.
Forse ci vuole soltanto più realismo, forse va direzionato meglio il binocolo delle priorità, perché tutti possiamo convivere serenamente ma, semplicemente, i viventi non sono tutti uguali né in tale modo devono essere trattati, altrimenti si perde il senso di realtà e di umanità.
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