A rigor di logica

Metti un corso di formazione specificamente definito di “qualificazione o riqualificazione professionale” in un ambito molto interessante, quello del “terzo settore” e dell’impresa sociale.
Metti che il corso, correttamente, richieda alcuni requisiti, e preveda una selezione, chè di questi tempi c’è la fila anche per una cosa così, mica solo per un lavoro come sarebbe normale, basta che sia gratis e non sembri un concentrato di fuffa come gli altri, o sia qualcosa di diverso da quelli per estetista o fresatore (non ho la manualità necessaria, oltre alla evidente saturazione del mercato in cui c’è una nail artist che ricostruisce unghie ogni due metri).

Metti che vieni ammessa alla selezione “con riserva” ma non ti spiegano bene perché, e poiché ormai ti ha preso la curiosità ci vai, a fare la selezione, senza immaginare cosa ti aspetta.

Ti aspetta questo: 3 (tre) questionari preparati dagli psicologi, con i famigerati test psicoattitudinali, più alcune domande di cultura generale. Insomma, per me è una tragedia, perché chi ha scritto l’Orlando Furioso lo so, ma già i tranelli tipo “definire con una opzione che va da assolutamente falso ad assolutamente vero” l’affermazione “preferisco lavorare da solo piuttosto che in gruppo” o, meglio ancora, “non mi curo particolarmente dei sentimenti degli altri”, mi imbarazzano, un po’ come tutte le minchiate in generale.

Comunque: il problema vero arriva con quelli che io chiamo “i test tipo Nasa”, ovvero quelli con le figure geometriche e le associazioni, le sequenze, gli “indovina quale è quella giusta?”, anche se non dovresti indovinare, dovresti capirli.
[tutto questo per un corso di formazione non retribuito, pensavo perplessa mentre una tremenda fame mi assaliva, risolta poi con una provvidenziale barretta al cioccolato. ]
Mi era già capitato in alcune selezioni per i call center: superati col minimo, mi disse sprezzante il selezionatore (prima di aggiungere: “Ma lei, con questo CV, cosa ci fa qui?”. Inutile dire com’è finita).

I Nasa Test (simili a quello raffigurato nell’immagine a lato) erano qualcosa tipo 150, da risolvere in un’ora con risposta multipla, cosa sicuramente fattibile per il resto del mondo (Azzurro compreso, che più di una volta ha provato a spiegarmi come funzionano, poi si è arreso davanti ai miei occhioni vuoti e mi ha proposto una barretta di cioccolato).

Non per me, che ormai non mi sento neanche più scema, ho capito che è solo una questione di forma mentale, d’altro canto ho sempre avuto il minimo sindacale in matematica, non so nemmeno perché un corpo galleggia e l’esame di statistica non ricordo come l’ho superato, ma va bene (molto) così, soprattutto per statistica.
Però il lato positivo era che nell’esito della selezione- Nasa avrebbe pesato più il colloquio individuale (al 70% circa del punteggio totale) dei test, d’altronde, forse, per quel settore è più importante la motivazione che la logica, no?

Quindi, dopo aver compilato a caso gli ultimi 50 quesiti e aver rassicurato tutti, anche me stessa, che è “abbastanza vero” che mi piace lavorare in gruppo, ho atteso fiduciosa il colloquio.
Ora, siccome mia sorella l’Infanta potrebbe un giorno fare lo stesso mestiere, non dirò nulla delle ragazze che mi hanno esaminata, se non che alla domanda “3 pregi e 3 difetti!”, proprio così col punto esclamativo, mi sono sentita ancora una volta in imbarazzo (vedi sopra). Soprattutto perché mi ritengo, test di logica a parte, meravigliosa e intelligentissima e completamente scevra da difetti.

Morale della favola: Pur avendo superato il colloquio orale, il punteggio ottenuto non le consente di essere tra gli ammessi ai corsi.
Deduco che ai test non devo averne azzeccata nemmeno UNA!!, probabilmente ho totalizzato un punteggio di – 30 o simili e lo staff di selezionatori (universitari, NdR) avrà pensato che sono una sociopatica borderline o una ritardata mentale, poverina.

[e comunque, se qualcuno mi sa dare la risposta del test a fianco o spiegarmi perché vengono utilizzati per i colloqui di selezione di praticamente qualunque cosa, gliene sarò eternamente grata, e prometto di essere meno borderline].

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