Comandare è meglio che fottere

Adoro certe perle di saggezza popolare, anche se nel caso degli abitanti della Sardegna sono indecisa fra il grande classico “chiagn’e fotte” e la nuova versione “comandare è meglio che fottere”. Ma è solo una questione gerarchica: i sottoposti “piangono e fottono”, sempre chiaramente nei limiti stabiliti dai padroni, quelli per cui, evidentemente, comandare è perfino meglio che fottere. Tutto il resto (foto sui giornali di proprietà, divorzi e illazioni, battute e ballerine, è solo facciata).

Eleganti metafore, raffinatezze verbali e piccole riflessioni a margine della notizia per la quale in Senato si è dato il via libera al DDL sullo “sviluppo” e quindi anche all’energia nucleare, con l’individuazione delle sedi più adatte. Fra queste, la Sardegna, insieme a Puglia e Piemonte. Per le altre regioni non posso esprimermi, non conosco le opinioni e relative promesse fatte dai loro governatori. Conosco però il mio, di reggente del regno di Sardegna. Il presidente della regione Cappellacci, in campagna elettorale, garantì che avrebbe impedito “con il coltello fra i denti” l’arrivo del nucleare nell’isola.
Lasciamo stare la facile ironia sui coltellini (non leppe, ma posate in plastica evidentemente) e pure su chi gli suggerisce queste espresisoni colorite, nonchè quelle sulla sottomissione di una intera giunta regionale (per di più di una regione autonoma) al governo centrale per tantissime questioni: spostamento del G8 da un giorno all’altro, chiusura delle fabbriche, mancata realizzazione delle infrastrutture, ci manca solo che buttino milioni di metri cubi di cemento sulla cosiddetta Costa Turchese (starring Marina Berlusconi), come presumibilmente accadrà in nome del dio turismo-3-mesi-l’anno e siamo a posto.

E i sardi che fanno, oltre ad aver votato in massa questi loro rappresentanti, autorizzandoli dunque a comandare?
Piangono, appunto: perché non c’è lavoro, perché sono tutti uguali, perché la sinistra è come la destra e cosa ha fatto?, per quello e per quell’altro. E fottono, appena possono: costruiscono la casetta abusiva nella pineta, ti fanno pagare un aperitivo con una scodella di olivette 15 euro, ti danno la casetta in affitto in nero, si lamenteranno senz’altro del nucleare per poi starsene zittini zittini, non si sa mai che ne venga fuori qualcosa per loro, magari un impiego oggi nella centrale, manco fossimo tutti Homer Simpson, perché non si può aspettare domani. Come se non stessimo aspettando da una vita le briciole di chi ci comanda e ci fotte nello stesso, identico momento.

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