I panni sporchi

Si dovrebbero lavare in famiglia, dicono: ma se qualcuno esagera e ci sono giornali disponibili, meglio fare una lavatrice totale globale così ci si toglie qualche macchietta, e anche in senso lato.
Insomma, Veronica esterna, again: e non lo fa sul Gazzettino di Arcore ma su La Repubblica, ovviamente ripresa da tutti gli altri media.
Noi ormai siamo abituati a vergognarci per lui, e anche lei sembra che non ne possa più; anche se, scusi signora, visto che è “dieci anni che ci penso” (al divorzio, NdR), le cose sono due: o è una masochista oppure, malignamente parlando, stare con un individuo simile è in “qualche modo” conveniente. Insomma, niente di nuovo sotto il sole: come negli anni 50 e prima e dopo, anche “la signora Veronica” come la chiama lui fa tutto “per i figli”, ma non solo supponiamo, visto che l’apparenza è tutto meno che salva. L’ometto in questione infatti saltabecca qua e là, fra una attricetta e una diciottenne che lo chiama “papi”. Incidentalmente è anche i presidente del Consiglio, ma ormai, tant’è. Per lui non c’è più nulla da fare e comunque i suoi elettori (che continuo a ricercare perché vorrei parlarci ma non trovo mai, non so perché) lo amano così: ganzo, simpatico e comunicativo, un vero geniaccio dell’empatia con i 2/3 degli italiani (con me non funziona ma solo perché sono una diversamente socievole).

Sul resto sorvoliamo, tant’è (again).

Ma per queste esponenti del sesso femminile, dalla diciottenne che rilascia dichiarazioni imbarazzanti all’attricetta di Incantesimo e la tizia del Grande Fratello, passando per ministre illuminate d’immenso e starlette di ogni genere, non ci deve essere pietà: mi vergogno più per loro che per lui, perché un conto sono la prostata che fa le bizze, la depressione da andropausa e quell’immarcescibile cattivo gusto in tutto, un altro è la prostituzione intellettuale e l’assoluta disponibilità a prestarsi per ogni strumentalizzazione, sapendo di essere soltanto oggetti perlopiù esposti al pubblico ludibrio e a illazioni di ogni tipo. Ricorderei infatti alle signore che ancora oggi si dà della mignotta sempre e comunque alla ministra, mai al ministro che era parimenti un illustre sconosciuto prima di essere illuminato sulla via di Silvio.

E le donne normali (militanti politiche comprese)? Una bella pernacchia, signore mie: anche oggi ci viene confermato che studiare, lavorare, pensare, creare, avere delle opinioni è perfettamente identico all’aspettare che un signore qualsiasi (meglio se anzianotto e di un qualche potere) apra le porte dell’harem e faccia entrare mogli e concubine.
Una prece non tanto al femminismo, quanto proprio alla vita quotidiana di (quasi) tutte/i.

Etichette: , , ,