Siamo nel 2009, nel Terzo Millennio della tecnologia per tutti, della libertà di fare qualunque cosa, dall’esibirsi sotto l’occhio della telecamera per 24 ore al giorno al mettere in piazza i fatti propri su Internet, e anche per quanto riguarda le signore, insomma, non ci possiamo lamentare, almeno non è più un modello sociale universale quello per cui “devono” solamente stare in casa a sfornare bambini e fare la calza, ma possono, eventualmente, anche uscire dal focolare domestico.
D’altronde siamo evoluti, noi italiani, mica siamo (più) i terroni degli anni 50 o indigeni di certe periferie dell’impero, e quindi certe intollerabili discriminazioni non le pratichiamo più su larga scala, al limite ammazziamo o pestiamo a sangue la singola donna che vuole lasciarci, e se va bene comunque la insultiamo (come è accaduto nel caso della
deputata radicale Bernardini, che ha ricevuto email agghiaccianti: ma la stessa cosa non è accaduta al suo collega uomo).
D’altro canto, di che ci lamentiamo?
La libertà sembra assoluta: dagli immondi mignottoni pomeridiani sul trono alle soubrette che scalano l’audience via reality, dalle
pazzoidi che si fanno impiantare embrioni umani a caso alle donne di potere (talmente poche che infatti saltano subito agli occhi, di solito etichettate come virago), l’immagine e la considerazione dell’essere umano femmina sono notevolmente “migliorati”,
insomma nel bene e nel male più o meno in tutto il mondo si è raggiunta l’elementare consapevolezza che la donna vale quanto l’uomo, che cioè può fare le stesse cose e pure qualcuna in più, nelle parti più civili dello stesso mondo può scegliere come vivere, che voglia fare il cardiochirurgo o la velina televisiva, la pornostar o la madre di famiglia.
Cioè, in tempi così liberi sembrerebbe che alcuni stereotipi siano, tutto sommato, superati.
Allora come mai a una bella ragazza, in un ambiente lavorativo, può ancora capitare di sentirsi dire con tanto di ammiccamento : “…Eh…vedo che hai fatto colpo…pensaci bene prima di dare il due di picche a Caio, che è un buon partito….” ?
E per par condicio riporto anche la frase -ormai entrata nel mito - sentita con le mie orecchie anni fa e pronunciata da un’altra bella ragazza in merito al tipo d’uomo che le sarebbe piaciuto incontrare: “…bello o brutto, non importa….l’importante è che sia ricco”.
Ma siamo proprio sicuri di essere nel 2009?
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