
La notizia che Roberto Saviano vuole lasciare l’Italia ha suscitato molte polemiche, appelli, discussioni, e, giustamente, riflessioni.
Le polemiche non le capisco, perché a me la domanda sembra retorica: che motivo può avere un ragazzo di 28 anni che si è esposto in prima persona contro la camorra di annullare la sua vita - rischiando ogni giorno di perderla insieme a quella degli uomini della sua scorta - per rimanere in Italia, dove molti certo hanno aperto gli occhi e sviluppato nuove consapevolezze, ma dove allo stesso tempo le priorità sembrano essere sempre, inevitabilmente, altre?
E al di là della voglia, del sentimento di fare qualcosa, di dire qualcosa, perché mai incaponirsi a urlare da solo, in mezzo a un brusio assordante di parole di convenienza (“Saviano è patrimonio della legalità”, ecc.), o anche solo a sussurrare che vorrebbe vivere una vita normale, bersi una birra, innamorarsi, andare in libreria? Vai, Roberto, e pure a gambe levate, e alla tua salute, buona vita e tutto quanto: se fossi mio fratello o un mio amico ti avrei già messo sull’aereo.
Mandaci una cartolina che ci consoli dalla nostra gioventù scazzata che picchia le coetanee "straniere" sul pullman o fa deragliare i treni “per vedere che effetto fa” (a Como, mica in Campania), una chiesa che sferra (ovviamente) ogni giorno bordate alla scienza e al libero arbitrio del singolo, un governo che vi si genuflette (non tanto ovviamente, ma tant’è), un’opinione pubblica assai più presa dal Superenalotto che dall’emergenza legalità, uno Stato che concede la libertà a brigatisti e assassini di ogni colore, ordine e grado, così la polemica può continuare su binari appassionanti: il ’68, la dietrologia, i complotti, il radicalismo chic e proporrei anche gli UFO che forse hanno rapito Elvis.
Buon viaggio! :)
(la foto è di F.Sanna)Etichette: Italia, le cose del mondo, storie