E’ un po’ come per le fotografie, in cui vorremmo “uscire bene”, essere sempre belli e gradevoli ai nostri occhi prima che a quelli degli altri. Così nell’amicizia vorremmo che il nostro amico ci piacesse e ci “calzasse” sempre, fosse cioè sempre come noi vogliamo che sia: vorrebbe dire meno fatica, meno rottura di palle, meno impegno, meno domande, molto spesso meno spiegazioni e dettagli e delicatezze.
Invece mi rendo conto, dopo più di vent’anni delle stesse amicizie ininterrotte, che questo è uno sport da mediani, da fondisti, da maratoneti; un lavoro di artigianato e di manovalanza che vale sempre la pena, di cui ringrazio la sorte, senza il quale non posso vivere.
L’amicizia, quella cosa per cui “Se uno, con la parte migliore del suo occhio guarda la parte migliore dell’occhio dell’amico, vede se stesso” (Platone).
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