Il bollettino delle previsioni del S.A.R. (Servizio Agrometeorologico regionale) non è confortante. Come ogni sardo, da maggio in poi comincio a sviluppare un improvviso interesse per le previsioni del tempo, fino ad allora completamente ignorate, un po’ perché è ancora presto per l’attività preferita (la spalmatura in spiaggia) e un po’ perché si vive di rendita, in Sardegna.
Dicono, però, con un certo approccio luttuoso, che sarà “una estate fresca”. Allora meglio approfittarne quando si può, e magari fare il primo bagno nella spiaggetta di Calamosca. Situata dietro la sella del Diavolo a Cagliari, è una piccola caletta che nei giorni fortunati presenta acqua limpidissima, fondo un po’ sassoso, sabbia così così e fauna tipicamente cagliaritana.
Ieri il sole picchiava forte, ma questo non ha minimamente scoraggiato il gioco dei bambini sul bagnasciuga, le mie immersioni nell’acqua gelida (quando sono uscita credevo di non avere più niente dal collo in giù) e soprattutto il notevole match di doppio misto a racchettoni fra lo splendido 60 enne color cuoio, il giovane militare campano che aveva appena recensito a voce altissima il film Gomorra, e due ragazze abbronzantissime in topless & treccine.
Tutto molto rilassante, a dimostrazione che anche la spiaggia cittadina del Poetto, nonostante il disastro del ripascimento, conserva degli angoli godibilissimi, infauste previsioni del tempo permettendo.
Solo un dettaglio(che riguarda tutte le spiagge, non solo questa) lascia perplessi, come ogni anno: perché al fiorire dei chioschi non si accompagnano i servizi essenziali? Non parliamo dei mirabolanti e un po’ ridicoli ammennicoli delle spiagge romagnole (il Tg1 titolerà, già lo vedo: Rimini- Riccione, quest’anno è di moda il lettino 4 posti ad acqua con aromaterapia massaggio vibrante dei nanetti elettrici e chiusura ermetica anticellulite), ma, magari, di un bagno pubblico.
A questo proposito segnalo l’interessante scenetta avvenuta in un chioschetto di Chia, proprio sotto la torre, fra una bagnante e la ragazza dietro il bancone: BAGNANTE: Mi scusi, c’è un bagno?
RAGAZZA CHIOSCHETTO (visibilmente disgustata): No! Guardi che mica ci sono i bagni in spiaggia!
Ora, io non so (forse qualcuno potrà illuminarmi) se un chiosco-bar, in quanto fornitore di alimenti e bibite e occupante la spiaggia fino all’acqua, sia tenuto ad avere il bagno chimico o se questa sia solo una grazia ricevuta per i clienti che devono, come tutti, ogni tanto fare la pipì; ma garantisco che la risposta e il tono mi hanno fatto venire in mente l’espressione “burriccu sardu”, nonostante l’animale sia infinitamente più simpatico e utile.
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