La scienza tutta, vedete, mi ha sempre appassionata: forse perché non me l’hanno spiegata bene, e ora non ci capisco un tubo. Per scienza intendo anche gli elementari meccanismi della fisica, della chimica eccetera, oltre naturalmente alla medicina.
Non è un caso che io sia una appassionata di fiction ansiogene come
E.R.,
Chicago Hope,
Dr. House, fino ai caserecci
Medicina Generale & Co. Perciò le notizie sulle nuove scoperte, soprattutto se di grande importanza e lungamente attese, mi incuriosiscono sempre. Oggi
La Repubblica dedica
una paginata alla ricerca per cui
il cervello degli omosessuali è più simile a quello delle donne.
L’utilità di questa scoperta, che evidentemente è frutto di una ricerca per la quale sono stati spesi denari e risorse, mi ha talmente entusiasmata che ho deciso anche io di
mettere a disposizione il mio corpo per la scienza, anche subito.
Volontariamente mi offro per ricerche altrettanto fondamentali per il progresso dell’uomo e del vivere civile quali, ad esempio, “Valutazione sul medio e lungo periodo dei massaggi ayurvedici sulle contratture muscolari”, sperimentazioni estreme di creme anticellulite a base di tutte le erbe possibili, indagini sulla volumetria delle ciglia in base ai diversi mascara, e naturalmente le analisi specifiche per il Signor C. e le sue reazioni anomale davanti a un paio di decolleteès tacco 8 bicolori rosa e rosse.
Sono certa che analizzando il mio cervello di donna (o donnola?) potrei scoprire cose interessanti…magari che esiste una zona specifica che produce endorfine, adrenalina e cosettine varie davanti alle vetrine delle scarpe, e da questo risalire all’origine del Grande Mistero dello Shopping Calzaturiero Compulsivo.
Come si chiedono gli scienziati svedesi del Karolinska Institutet a proposito dell’orientamento sessuale, insomma: predeterminato dalla nascita (pare a causa del ruolo determinante degli ormoni nel ventre materno sorretto dalle zeppe in sughero degli anni 70) o effetto dell’apprendimento a partire dalle prime Kickers?
(nella foto, una delle cere anatomiche di Clemente Susini, conservate a Cagliari) Etichette: culturalmente parlando, la Natura, oui c'est moi, uomini e donnole