I sogni son desideri


Era Cenerentola, se non sbaglio. La poverina cantava così mentre strexiava (puliva di buona lena) il pavimento della reggia della matrignazza cattiva. Cenerentola, cioè, sperava in un futuro migliore, vedeva il bicchiere mezzo pieno, sopportava la sua condizione infelice pensando a tempi migliori, una sorta di Yes, I can. E non viveva nemmeno in Italia (sennò avrei proprio voluto vederla, a zeraccare in nero, dunque senza nemmeno poter dire di essere una casalinga e contare sulle promesse di Uolter o sui suggerimenti di Silvio).

Vabbè, sarà quel che sarà, whatever will be will be, fatto sta che la vera forza di Cenerella, a cui sarebbe bene ispirarsi, è quella dell’ottimismo, questo sconosciuto, del pensiero positivo, dell’azione: cioè di quello di cui avrei bisogno in questa giornata (sarà che è lunedì, boh).

Perché i sogni, se non sono sostenuti dalla speranza di farcela, rimangono sempre e soltanto desideri irrealizzati.

E quindi…qualche suggerimento per diventare ottimista (ieri, ad esempio, mi hanno consigliato il buddismo)?

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