Gli uomini, si sa, vogliono solo quello. Ma anche no.


Figurarsi i calciatori, ai quali siamo abituati a tagliare i panni addosso piuttosto sbrigativamente: improbabili nei congiuntivi ma spesso anche nell’indicativo presente, si accompagnano solo a veline scosciate, starlette della Tv, soubrettone con le tette giganti e via stereotipando. Esiste un campionario da, perdonate il bisticcio, campionato: quello che va in giro coi catenazzi, l’altro che fa le orge come noialtri una passeggiata, quell’altro ancora che si fa fotografare ubriaco marcio in discoteca e il giorno dopo tre pagine della Gazzetta sono occupate dal cazziatone del mister.
Ogni tanto, però, accade che scopriamo come anche questi ragazzi, quando non si sono accasati in giovanissima età come spesso accade, in qualche modo “scartano” dall’immaginetta solita, e si manifestano nella loro normalità, o perlomeno in una delle sue varianti, discutibile certo ma comunque “possibile”.
Prendiamo il caso di Kakà, della sua verginità prematrimoniale, delle sue pittoresche magliette che affermano “I belong to Jesus”, o l’affermazione di tale Nicola Legrottaglie: «Non faccio sesso da due anni e sinceramente la cosa non mi pesa…Prima andavo con una donna ogni quattro o cinque giorni, ora non mi importa più». Posto che della vita sessuale altrui fondamentalmente chissenefrega, certo per gli estimatori/trici il pensiero è “Ta peccau piccioccu”! (liberamente traducibile in “è davvero triste che tanta prestanza fisica non venga adeguatamente utilizzata per dare conforto morale e materiale al tuo prossimo, caro giovane”).
Il calciatore dice “…semplicemente perché aspetto quella giusta per fare una famiglia, una donna che condivida i miei stessi valori…e il consiglio di Dio è di non avere rapporti prematrimoniali e io non mi vergogno a dire che sono 24 mesi che non ne ho”. Dio a parte, chè quella è una questione assai individuale e privata, trovo l’affermazione assai sensata.
Legrottaglie in sostanza dice che non gli interessa fare sesso tanto per farlo, che aspetta la persona giusta, che molti lo sfottono, altri lo sospettano omosessuale, o lo prendono per matto. Forse perché il vero maschio deve, appunto, “volere solo quello”, pazienza se poi non si ricorda nemmeno con chi l’ha fatto e come. Quello che un pò infastidisce non è tanto il saltare da una donna (o da un uomo) all'altro, quanto questa specie di bulimia sessuale basata, mi sembra, più sul "quanto" che sul "come".

Questo ragazzo, a parte la propaganda religiosa, rispettabile e altrettanto discutibile, sarà mica, invece, uno che sa scegliere e preferisce quello che Paul Newman, a proposito del suo matrimonio ultradecennale con Joanne Woodward, definì una “bella bistecca rispetto a un hamburger”?

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