Sono passati sei anni...


L'anniversario dell'11 settembre 2001, giorno dell'attacco alle Torri Gemelle, è una occasione per riflettere su quanto e come la realtà non abbia solo superato la fantasia, ma anche su come ci ha abituato alle peggiori cose. La morte violenta di decine di persone, il disegno omicida e megalomane che ci stava dietro, il cinismo di una intera società che ha approfittato dell'evento per giustificare un altro disegno, stavolta apertamente imperialista e di profitto; tutto questo mi fa pensare al tramonto della civiltà, all'impossibilità di imprimere una direzione diversa alla corsa del mondo. Per la mia generazione, che non ha conosciuto i cosiddetti "anni di piombo", i riferimenti storici sono quelli di un terrorismo-videogame, con palazzi che esplodono, colonne di fiamme nel deserto, guerre "preventive" e nemici pubblici reali più o meno come l'Araba Fenice. Se mia madre ricorda ancora dove era e cosa stava facendo il giorno in cui trovarono il corpo di Aldo Moro, io ricordo bene di avere acceso il televisore a un orario insolito per me e di avere visto quello che sembrava un film, appunto, "americano". Ma era la realtà che accadeva in quel momento, o pochi minuti prima. Sembrava impossibile, il mondo era scioccato, eccetera: ma sei anni dopo non mi sembra affatto che quei sacrifici umani siano serviti a qualche cosa, se non a dividere e a uccidere ancora. Forse una grande, storica e (speriamo) irripetibile occasione di cambiamento è stata persa.
Ricordate la celeberrima frase di Tomasi di Lampedusa, da Il Gattopardo? "Bisogna che tutto cambi, perchè tutto rimanga uguale". E se niente sembra essere cambiato, la sensazione è ancora più preoccupante.

(la foto è di F.Sanna)

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