Evviva la famiglia e chi se la piglia!

Premesso che: 1. ho tutti i requisiti (sacramenti e stato civile inclusi) per partecipare al “femili dei” de noantri; 2. non sono atea; 3. non odio i cattolici; 4. da brava sinistroide sono per le differenze, la libertà d’opinione e di espressione, anche quando si traduce in solenni cazzate; 5. non odio i politici (ah, il pacifismo sinistroide sempre e comunque…), tutto ciò premesso, beh, quella pagliacciata discriminatoria del 12 maggio con tutto il suo codazzo di dissertazioni filosofiche sul concetto di famiglia mi fa talmente orrore che ci spendo due parole, nonostante il rischio di farle pubblicità, del tutto involontariamente, giuro. Il “femili dei” ci dice che la famiglia è una sola, quella con mamma e papà sposati e possibilmente con dei bambini, che, ricordiamocelo, se non li puoi avere naturalmente sono cazzi tuoi e forse anche una punizione divina; se non sei sposato sei automaticamente escluso dall’allegro corteo di prelati (notoriamente espertissimi della sopradefinita famiglia), politici irreprensibili al secondo matrimonio o al terzo concubinaggio, sindacalisti (buoni quelli) simpatizzanti, e chi più ne ha più ne metta, basta che siano “regolari”. Nonostante la realtà ci dica che le coppie di fatto e i figli nati fuori dal matrimonio sono in aumento, continua l’affascinante esperimento di voler riportare il paese indietro di 50 (e perché non 100 o 500?) anni. Ma il “femili dei” è qualcosa in più: è la discriminazione per chi non vuole o non può essere sposato: nel primo caso, è aberrante costringere due persone che non ci credono al matrimonio, svuotandolo così completamente di significato, nel secondo non si può, ripeto non si può, escludere le famiglie “di fatto” che ancora non vengono riconosciute formalmente. Quindi che se lo piglino loro, il LORO giorno della “LORO” famiglia, che certamente non è quella che penso io e come me, molti: se solo ci fosse nella mia città qualcosa di analogo alla manifestazione dei P.zza Navona organizzata dai radicali, la “giornata del coraggio laico” io ci correrei. Ci metterei volentieri la faccia, in questa battaglia di libertà e di dignità che vuole e deve comprendere tutti quelli che si sentono una famiglia, ma nel senso vero del termine, quello cementato soltanto dall’amore: che non guarda né allo stato civile né al sesso delle persone. Intanto ci posso mettere la penna: fatelo anche voi, lasciate un commento, fate sentire la vostra opinione, riscaldate il cuore della vostra Regina e ci sentiremo tutti un po’ meno soli e spaventati di fronte ai malcelati tentativi di farci diventare un Medioevo dei diritti civili e davanti alla freddezza delle anime belle che cinguettano che la famiglia è solo una, e solo quella che dicono loro.

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